2011-04-16 08:37:36

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica delle Palme


In questa Domenica delle Palme, la liturgia ci propone il racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Matteo, dal tradimento di Giuda fino alla sepoltura di Gesù. Dopo la crocifissione, da mezzogiorno fino alle tre, si fa buio su tutta la terra. Quindi, Gesù grida a gran voce:

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Sulla Domenica delle Palme e della Passione del Signore, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Entriamo nella grande settimana, la Settimana santa, accompagnati dal racconto di Matteo sulla Passione di Gesù. Ogni volta che ascoltiamo questi testi ci prende grande sgomento: Dio non poteva salvare il Figlio dalla morte? Perché Gesù sulla croce deve provare questa desolazione amara e una umiliazione così estrema? Ci vuole un supplemento di fede per attraversare i misteri di questi giorni: si tratta di riconoscere nel Crocifisso il redentore che ci ha amato fino a lasciarsi massacrare per la nostra guarigione. E nell’atteggiamento del Padre celeste non v’è la richiesta di soddisfazione o di espiazione, come a volte si pensa; ma una grande sofferenza del cuore, un passaggio avvolto nel mistero, fino a questa soglia: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”. E il Figlio obbediente fino alla morte, è il segno di questa fedeltà di Dio a nostro favore. Lo hanno intuito i soldati stessi (pagani) che stavano a guardia: “Davvero costui era Figlio di Dio!”, esclamano. Solo Dio poteva arrivare a questo estremo, solo Dio può essere la spiegazione di simile evento! E Paolo lo dirà chiaro: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi” (Gal 3,13). Il Crocifisso è il simbolo potente di un amore assoluto. Adoriamo e rispondiamo con amore!







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