2011-04-15 14:53:03

Sri Lanka: il cardinale Ranjith visita le vittime di guerra Tamil


La popolazione Tamil vive ancora in grande insicurezza, al di sotto dei livelli minimi di sussistenza e in stato di abbandono. È quanto emerge dalla missione d’inchiesta che il Congresso delle religioni ha svolto nei giorni scorsi nel nord dello Sri Lanka per valutare la situazione della zona a due anni dalla fine del conflitto etnico. Tra i 26 delegati era presente anche il cardinale Ranjith, arcivescovo di Colombo, che ha raccolto le lamentele degli sfollati e delle vittime di guerra tamil. Secondo la relazione stilata dopo la visita, riportata da AsiaNews, “la vastità della distruzione provocata dagli ultimi mesi della guerra è misurabile dalle carcasse delle auto esplose, abbandonate fuori dagli edifici lungo i lati della strada che da Pudukudirippu conduce a Paranthan... quelle carcasse sono tutto ciò che resta delle persone che vivevano in quelle case”. Dal rapporto emerge anche che la maggior parte del personale militare presente nell’area non parla il tamil, la lingua parlata nella provincia del nord, creando così un grave problema di comunicazione. Inoltre, la delegazione ha avuto la possibilità di visitare il bunker sotterraneo di Velupillai Prabhakaran, l’ultimo leader del movimento di liberazione delle “Tigri del Tamil”. Tra gli altri delegati del Congresso delle religioni figuravano anche l’arcivescovo emerito di Colombo Oswald Gomis, quattro sacerdoti cattolici, due rappresentanti della Chiesa di Ceylon, due sacerdoti metodisti, due musulmani, due indù, due laici della Caritas Sri Lanka e dieci monaci buddisti tra cui il bonzo Ittapane Dhammalankara Anunayake Thero. (M.R.)







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