Mons. Vegliò ai circensi: con la vostra bravura e i vostri sacrifici regalate un sorriso
alle persone di ogni età
Un “mondo affascinante”, fatto di attrazioni e rischio calcolato, ma soprattutto capace
di portare una luce di allegria in un mondo che spesso ne è privo. Così il presidente
del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, l’arcivescovo
Antonio Maria Vegliò, descrive in un Messaggio il circo e i suoi artisti, che domani
si apprestano a celebrare la loro seconda Giornata mondiale, con spettacoli in molte
città del mondo. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Fantasia,
forza fisica, abilità: gli ingredienti per rompere la monotonia e aprire la finestra
su uno spaccato di umanità che comunica arte e senso del bello. È’ il mondo del circo,
al quale la Chiesa riconosce “valore sociale, culturale e pedagogico”. Mons. Antonio
Maria Vegliò ribadisce in un Messaggio la propria ammirazione per l’opera internazionale
svolta dai circensi. Alla vigilia della seconda edizione della Giornata mondiale del
circo – che lo scorso anno ha visto oltre 70 eventi organizzati in 36 Stati di tutti
i continenti – il massimo responsabile del dicastero vaticano, da cui dipende anche
la pastorale dei circensi, offre il sostegno della Chiesa all’iniziativa che domani
animerà piazze e tendoni in tutto il mondo. La “grandezza” del circo, secondo la visione
della Chiesa, brilla al meglio in quelle parole che Giovanni Paolo II pronunciò nel
1993: esso, affermò, è capace di “far nascere il sorriso di un bambino e illuminare
per un istante lo sguardo disperato di una persona sola e, attraverso lo spettacolo
e la festa, rendere gli uomini più vicini gli uni agli altri”.
“Auspico
– scrive mons. Vegliò – che la Giornata Mondiale del Circo sia occasione propizia
per ricordare agli Stati e ai Governi il loro dovere di tutelare i diritti dei circensi,
affinché anch’essi possano sentirsi, a tutti gli effetti, parte integrante della società”.
Le Amministrazioni pubbliche, prosegue, “si sforzino di riconoscere il valore socio-culturale
dello spettacolo circense, contrastando ogni eventuale forma di marginalità e di pregiudizio
nei confronti dei circhi, e le Istituzioni pubbliche favoriscano la professionalità
dei giovani artisti del circo”. Il capo dicastero vaticano conclude con una osservazione
dedicata alle esibizioni circensi nelle quali sono coinvolti degli animali. “L’uomo
può stabilire con essi relazioni di intesa e di affascinante bellezza”, riconosce
il presule, che raccomanda tuttavia che “i proprietari dei circhi vigilino sull’adeguato
trattamento degli animali, tenendo conto del loro benessere”.