Bartolomeo I: dopo Fukushima appello perché scienza e fede collaborino per la difesa
dell'ambiente
Scienza e fede devono collaborare per elaborare insieme un “etica dell’ambiente” perché
senza “una radicale conversione del cuore”, ogni misura di prevenzione e conservazione
della natura si rivelerebbe “inefficace”. E’ tornato a parlare della catastrofe nucleare
di Fukushima in Giappone il Patriarca Bartolomeo I, presentando ieri in Francia alla
stampa il suo ultimo libro edito dalle “Editions du Cerf” dal titolo “A la rencontre
du mystère", di cui riferisce l’agenzia Sir. Il Patriarca, noto a livello internazionale
per il suo impegno in campo ecologico, è in questi giorni in Francia dove sta svolgendo
una serie di incontri e colloqui. Ieri in merito al disastro di Fukushima ha detto:
“Gli specialisti dell’ambiente sono unanimi nel sottolineare che il cambiamento climatico
osservato sul piano mondiale” “può perturbare e distruggere l’ecosistema”. Ed ha aggiunto:
“Sono le scelte e gli atti dell’uomo moderno ad aver condotto a questa situazione”.
“L’uso irrazionale delle risorse naturali e il consumo incontrollato dell’energia
contribuiscono a cambiamenti climatici che hanno poi conseguenze sulla sopravvivenza
futuro dell’umanità”. Ad essere vittima delle catastrofi naturali sono poi i Paesi
più poveri e vulnerabili “toccati quindi da problemi ecologici di cui non sono responsabili”.
“Questi veri e propri peccati contro l’ambiente – ha proseguito il Patriarca – hanno
origine dal nostro egoismo, dai falsi valori di consumo che abbiamo ricevuto e accettato
senza alcun senso critico. Abbiamo quindi bisogno di ripensare ad un nuovo modo di
rapportarci con il mondo e con Dio. Senza questa radicale conversione del cuore, ogni
misura di conservazione si rivelerebbe inefficace perché andrebbero a toccare i sintomi
e non le cause della situazione”. (R.G.)