2011-04-13 14:26:05

Messico: la Chiesa chiede chiarezza dopo il ritrovamento di tanti corpi massacrati a Matamoros


Padre Jorge Molina, sacerdote della diocesi di Matamoros, ha chiesto alle autorità di compiere con scrupolo il loro dovere per proteggere la gente del Paese. La richiesta del sacerdote è stata fatta prima di un momento di preghiera spontaneo, presso la sede del Procuratore Generale di Matamoros, insieme ai membri di 78 famiglie che erano arrivati lì per riconoscere i propri cari tra i corpi ritrovati nelle fosse clandestine a San Fernando. Padre Molina ha invitato le famiglie che erano arrivate dagli stati di Oaxaca, Guanajuato, Michoacán, Nuevo León e altri comuni di Tamaulipas, a pregare per i propri cari e ad unirsi alla richiesta di chiarezza fatta alle autorità. Secondo la stampa locale, fuori della sede della Procura si è svolta una scena terribile, con gente che piangeva nel riconoscere i propri familiari e gente disperata perché finora non sono ancora stati rinvenuti i corpi dei loro parenti scomparsi. I terribili fatti sono ormai noti: la scorsa settimana i soldati hanno trovato una cinquantina di morti nelle fosse clandestine della città di San Fernando, stato di Tamaulipas, proprio nella zona in cui, nell’agosto dell'anno scorso, sicari del cartello della droga di Los Zetas avevano ucciso 72 immigrati, in gran parte provenienti dal Centro America. Le autorità della Procura generale della Repubblica (Pgr) hanno confermato, fino a questo momento, la presenza di 116 corpi trovati nelle fosse di San Fernando, ma secondo il rapporto presentato alla stampa da parte dell'obitorio di Semefo di Matamoros, sarebbero almeno 120 i cadaveri. Fonti vicine alla polizia della zona parlano inoltre di altri 22 corpi trovati a Matamoros. Pochi giorni fa, l’8 aprile, mons. Faustino Armendáriz Jiménez, vescovo di Matamoros, aveva pubblicato una Lettera pastorale chiedendo alla popolazione di unirsi nella preghiera per il tragico ritrovamento di tante persone assassinate dalla malavita. “Esprimiamo la nostra profonda costernazione dinanzi al nuovo massacro nella città di San Fernando, in particolare nel Ejido La Joya. Constatiamo tristemente che la cultura della morte è ancora presente nella comunità" aveva scritto il vescovo. (R.P.)







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