Immigrazione. Pantelleria: annegate due donne. Mantovano: 10 mila permessi temporanei
Tragedia nel mare di Pantelleria. Due donne, che erano bordo di un barcone di immigrati
partito dalla Libia, sono morte a pochi metri dalla riva. Sull’immigrazione è intervenuto
anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, convinto che tale emergenza
''dovrebbe e deve essere l'occasione perchè l'Italia abbia una sola voce verso l'Europa”.
Alessandro Guarasci:
Per l’immigrazione
serve una “convergenza d'azione” che sia “rapida e concreta”. Lo afferma il cardinale
Angelo Bagnasco, convinto che costituire “una voce unitaria” in un “momento di emergenza”,
è necessario “non solo per l'Europa e per il Paese, ma per tanta gente che in condizioni
disperate arriva sulle nostre coste”. Anche il presidente della Repubblica Napolitano
chiede “soluzioni concordate a livello europeo” e nel contempo definisce “altamente
apprezzabili” le “preoccupazioni che si riflettono nelle dichiarazioni dei massimi
vertici della Chiesa italiana sul tema degli immigrati”. Oggi intanto l’ennesima tragedia.
Due donne sono morte, dopo essersi gettate in acqua da un barcone con 250 immigrati
partiti cinque giorni fa dalla Libia. Il dramma è avvenuto a pochi metri dall’isola
di Pantelleria. Ad aiutare questi disperati, marinai, carabinieri e semplici cittadini.
Il vice parroco di Pantelleria, don Nicola:
R. - “Sono
stati raggruppati in un centro ed hanno provveduto a procurar loro dei vestiti, perchè
erano tutti bagnati. I bambini sono stati portati in ospedale per essere assistiti”.
Intanto
il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano annuncia che
tra dieci giorni saranno consegnati diecimila permessi di soggiorno temporaneo. Gli
immigrati potranno poi così circolare in Europa? Sentiamo lo stesso Mantovano:
R. - Questo
permesso di soggiorno è equivalente a qualsiasi altro titolo di soggiorno per la libera
circolazione. E’ ovvio che poi, per stabilirsi ci vorranno altre condizioni - un lavoro
- però questo è un passaggio successivo. Ricordo che ci sono nazioni europee - come
la Svezia e la Finlandia - che hanno un’offerta di lavoro che potrebbe incrociarsi
col tipo di disponibilità e di profilo che hanno questi tunisini.
D.
- Anche lei è convinto che per gestire la questione immigrati dal Nord Africa serva
un approccio più europeo?
R. - Fa veramente male vedere da un lato l’impegno
che non conosce soste da parte dell’Italia dentro e fuori i confini nazionali: penso
al campo di accoglienza realizzato in poche ore al confine tra la Libia e la Tunisia
già da oltre un mese per 10 mila persone, penso agli aiuti umanitari mandati a Bengasi,
mentre altri mandano bombe sulla Libia. E penso ancora ai 28 mila - non soltanto tunisini
ma anche profughi libici, che sono partiti in molti dal loro Paese - che per mesi
hanno trovato accoglienza e distribuzione sul territorio nazionale. Dagli altri Paesi
europei finora abbiamo avuto soltanto rimbrotti e richiami. Se esiste un pilastro
dell’Unione Europea che si chiama “immigrazione”, questo pilastro dovrebbe valere
come vale l’integrazione sul piano economico e finanziario.
D. - Oggi
e ieri alcuni suoi colleghi leghisti hanno detto che, tutto sommato, non sarebbe poi
così male sparare agli immigrati. Lei come risponde?
R. - Sembrano battute
che, in questo momento, non solo non hanno fondamento nel buon senso e nel diritto,
ma non servono certamente ad arrivare a quel clima di equilibrio e di responsabilità
che è indispensabile per affrontare un’emergenza così forte. (vv)