Il vescovo di Asmara: non dimenticare la tragedia dei profughi eritrei
Molti degli immigrati che cercano di fuggire dalla Libia, a volte con esiti tragici,
sono eritrei. In questi giorni, in particolare, migliaia di profughi provenienti da
diversi Stati africani hanno cercato di raggiungere l’Europa con imbarcazioni spesso
inadeguate. Proprio nel vecchio Continente si sono già stabiliti, ormai da diversi
anni, molti eritrei che hanno lasciato il loro Paese nella speranza di un futuro migliore.
Il vescovo di Asmara, mons. Menghisteab Tesfamariam, ha incontrato nei giorni
scorsi, in vari Paesi europei, alcune comunità di eritrei cattolici. Ascoltiamo il
presule intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Ho visitato
sei Paesi: Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Svizzera e Italia. In questi
Paesi ci sono cattolici eritrei. Le comunità che ho visitato appartengono al rito
Ge’ez, un rito orientale. La Chiesa vorrebbe aiutare queste comunità
a mantenere la loro tradizione e il loro rito, anche quando vengono in Occidente,
in Europa, dove è presente principalmente il rito latino.
D. – Cosa
le hanno chiesto gli eritrei cattolici che ha incontrato in questi Paesi?
R.
– Mi hanno chiesto dappertutto di mandare dei pastori eritrei, che li aiutino a vivere
la loro fede. Noi come Chiesa stiamo cercando di incoraggiare i pochi preti che ci
sono in Europa ad incontrarsi, per analizzare la situazione e proporre soluzioni a
certe difficoltà. Per esempio, molti eritrei hanno attraversato mari, fiumi e deserti
per arrivare in Europa e hanno vissuto delle esperienze traumatiche. Quindi, hanno
bisogno di un aiuto più profondo, perché possano guarire da certe ferite che hanno
avuto lungo la via verso l’Europa.
D. – Qual è, in particolare, la situazione
della comunità eritrea presente in Libia, Paese scosso da violenze, da dove profughi
anche eritrei cercano di fuggire?
R. – La situazione è tragica. Sono
persone che in genere si erano stabilite da diversi anni in Libia. Poi si sono trovati
in questa crisi e, in più, molti sono morti annegati nel mare. Il fatto che questi
giovani con un futuro davanti a loro spariscano in questo modo, è tragico per i loro
genitori, per i loro parenti, per il Paese stesso.
D. – Ci sono giovani
che perdono la vita e altri che sono prigionieri di trafficanti di uomini. E’ questo
il caso di profughi africani, tra cui molti eritrei, tenuti in ostaggio da predoni
nel Sinai...
R. – Anche questa è una situazione drammatica. Sono tenuti
in ostaggio da trafficanti che chiedono soldi. Quindi, devono chiedere ai loro parenti
ovunque siano, in Europa, in America o in Australia di aiutarli. E’ un orribile traffico
di persone ridotte in schiavitù: e deve finire!(ap)