2011-04-11 14:59:46

Europa divisa sull'immigrazione. L'Italia: riconoscere i visti temporanei nell'area Schengen


Proseguono gli sbarchi di immigrati a Lampedusa mentre l’Italia continua a chiedere un maggiore impegno all’Unione europea, in particolare dopo la presa di posizione europea secondo cui i permessi di soggiorno temporanei italiani ai migranti tunisini non aprono all’area Shenghen. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

“Oggi vedremo se esiste un'Europa unita e solidale o se è solo un'espressione geografica”. Così il titolare del Viminale, Roberto Maroni, entrando al Consiglio dei ministri degli Interni Ue a Lussemburgo sull'emergenza immigrazione. C’è, dunque, preoccupazione in Italia. Ieri in una lettera la commissaria europea agli affari interni, Cecilia Malmstrom, pur ribadendo l’aiuto all’Italia con la missione Frontex e altre risorse finanziarie, ha sostenuto che i permessi di soggiorno temporanei di protezione dell’Italia non fanno scattare automaticamente la libera circolazione nell’area Shenghen. La Germania, oggi, ha ribadito che è inaccettabile che un gran numero di migranti economici arrivi in Europa e in Germania, passando per l'Italia. Il ministro degli Interni spagnolo, Alfredo Rubalcaba, dà ragione alla Commissione europea quando sostiene che “non si può attivare la direttiva 55 del 2001” sulla protezione temporanea perché – dice - gli immigrati che si trovano in Italia “sono irregolari, bisogna rimandarli indietro e la Tunisia li deve riprendere”. Ieri poi la Francia aveva sottolineato che continuerà i respingimenti alla frontiera con l’Italia e si opporrà all’idea di una redistribuzione dei migranti tra i Paesi europei. Interviene il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ribadisce che la distribuzione di permessi temporanei è assolutamente in linea con Schengen e assicura che “il governo italiano vuole chiedere un maggiore impegno dell'Europa”. Intanto oggi il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, si è detto “per un impegno forte dell’Italia in Europa, affinché il nostro Paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell’immigrazione”. “Tutto questo – ha specificato – senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura ipotesi di separazione”. E per parlare dell’emergenza, domani il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, sarà in visita a Tunisi, dove incontrerà le autorità di transizione. A Lampedusa, intanto, ci sono stati altri due sbarchi nella notte e stamani sono ripresi i voli di rimpatrio. Attualmente sull’isola ci sono circa 1.500 immigrati. Sulla situazione fra Italia e Unione Europea, abbiamo sentito Oliviero Forti, responsabile Immigrazione della Caritas italiana:

R. – Ci sono due piani, un piano giuridico rispetto al quale l’Europa – crediamo – si sta comportando nei modi che erano assolutamente previsti. Chiaramente un permesso nazionale come quello rilasciato ai tunisini difficilmente verrebbe accettato - come è stato d’altronde – da altri Paesi, quale lasciapassare per trovarsi negli stessi Paesi. Bisogna ricordare che andare in un altro Paese significa che laddove poi non ci siano i requisiti, sarà quel Paese a doversi sobbarcare l’onere del rimpatrio di queste persone. D’altra parte, la politica europea sull’immigrazione è stata sempre una politica molto sbilanciata sulla dimensione statuale. Da sempre chiediamo che l’Europa prenda coraggio e legiferi a livello congiunto sull’immigrazione: questo non è stato fatto e potrebbe essere ora l’occasione per cominciare a fare un ragionamento serio in questo campo. (mg)







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