La Diocesi di Roma promuove la Giornata della Carità
Oggi, V domenica di Quaresima, nella Diocesi di Roma si svolge la ‘Giornata della
Carità’. Obiettivo dell’iniziativa, quello di sostenere, con la raccolta di una colletta,
le numerose attività che la Caritas promuove nella capitale. Un modo concreto per
venire incontro a quanti vivono nella povertà e nell’emarginazione, spiega mons.
Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, intervistato da Federico Piana:
R. - Abbiamo
sottolineato, come comunità cristiana di Roma questa Giornata, perché è proprio nel
cammino di preparazione alla Pasqua. Sappiamo tutti che è il cammino di preparazione
per i neucatecumeni a ricevere il Battesimo, ma per ciascun cristiano è anche un cammino
per riscoprire la propria adesione a Cristo. Abbiamo, quindi, istituito una settima
– e una Giornata, quella di domani – dove noi dobbiamo vedere Cristo soprattutto nel
povero, il povero come icona di Cristo e quindi confermata la nostra fede in Lui,
che ci ha detto “Qualunque cosa farete al più piccolo dei miei fratelli, l’avrete
fatta a me”.
D. – Come si svolge questa Giornata?
R.
– Abbiamo realizzato un Dvd che abbiamo distribuito a tutte le parrocchie di Roma
e agli altri Istituto religiosi. Abbiamo così voluto far parlare i poveri, perché
potessero dire e raccontare le loro storie, la loro vita. Il titolo di questo Dvd
è: “La voce di chi non ha voce”. Vorremmo riuscire a far crescere nella nostra sensibilità
cristiana che il povero non è un problema sociale: il povero è un uomo, con una storia,
difficile da capire e, forse, alcune volte, tremendamente complicata da accettare.
Le nostre comunità cristiane devono comprendere che il povero è Cristo e, quindi,
incontrare il povero significa accettare Cristo. La V Domenica di Quaresima rappresenta
proprio l’attenzione soprattutto a Cristo visto nel volto dei nostri fratelli e soprattutto
nel volto degli ultimi e dei poveri.
D. – In questa Giornata si raccoglie
una colletta che servirà per sostenere le numerose iniziative che la Caritas promuove
nella capitale…
R. – Sì, proprio perché la Caritas è la carità de vescovo.
E’ come se un padre di famiglia avesse l’attenzione e la disponibilità per i propri
figli: è la carità del nostro vescovo – quindi del Papa ed anche del suo vicario,
il cardinal vicario – è l’amore e l’attenzione che il vescovo ha per i propri figli,
per coloro che hanno più bisogno qui nella città di Roma.
D. – Come
abbiamo detto, questa Giornata apre poi la Settimana della Carità che sarà ricca di
iniziative…
R. – Il 14 aprile ci sarà una Via Crucis che si svolgerà,
insieme ai detenuti, nel carcere di Rebibbia, guidata dal vescovo ausiliare del Settore
Nord, mons. Guerino Di Tora. Sempre il 14, 300 alunni delle scuole superiori incontreranno
i residenti delle case-famiglia per i malati di Aids di Villa Glori. Credo che ormai
la realtà di “Villa Glori”, i nostri malati e le nostre case famiglia siano conosciute
da tutta la comunità cristiana di Roma. Rappresenta quindi un discorso pedagogico,
affinché comprendano e vedano che coloro che hanno questa malattia sono nostri fratelli
e devono essere aiutati nel loro cammino sì difficile, ma anche possibile. Il 15 aprile
si terranno poi due Via Crucis: una, alle ore 19.00, si svolgerà sempre all’interno
del Parco di Villa Glori, organizzata proprio dalle case-famiglia, e dove saranno
gli stessi malati a portare sì la loro croce della malattia, ma anche la Croce di
Cristo, insieme a tutte le parrocchie della VI Prefettura; l’altra via Crucis sarà
a Piazza Vittorio – alle ore 20.00 – promossa dalle parrocchie del territorio. (mg)