Riapre al culto, dopo i lavori di restauro, la Tomba di San Francesco ad Assisi
Dopo un breve periodo di chiusura per lavori di restauro, riapre oggi alla devozione
dei fedeli la Tomba di San Francesco, meta ogni anno, ad Assisi, di migliaia di pellegrini.
La tomba era stata chiusa lo scorso 25 febbraio per consentire ai restauratori di
riportare la cripta, con le spoglie mortali del Santo Patrono di’Italia, allo splendore
originale. I lavori di restauro sono stati illustrati questa mattina, in conferenza
stampa, dal ministro generale dei Frati minori conventuali, padre Marco Tasca, e dal
capo restauratore della Basilica di San Francesco, il maestro Sergio Fusetti. All’incontro
ha partecipato anche il custode del Sacro Convento, padre Giuseppe Piemontese,
intervistato da Amedeo Lomonaco:
R.
- Questi lavori li abbiamo decisi anche in vista della visita del Papa, prevista per
il 27 ottobre di quest’anno e in 40 giorni, una equipe di restauratori ha lavorato
giorno e notte per riportare le pareti allo splendore originario.
D.
- Quali sono gli eventi principali nella storia della Tomba di San Francesco?
R.
- Dobbiamo risalire a Papa Gregorio IX e a frate Elia. Dopo la canonizzazione di San
Francesco fu deciso di costruire una Chiesa tombale che ne raccogliesse le spoglie.
Spoglie che furono trasferite dalla Chiesa di San Giorgio all’attuale Basilica inferiore,
collocata tre metri sotto l’altare maggiore. San Francesco riposa lì dal 1230. Le
sue spoglie sono rimaste lì fino al 1818, quando i frati, per 59 notti, scavarono
per raggiungere la Tomba di San Francesco e, una volta ritrovata, ci fu la prima ricognizione.
Lì fu costruita una prima cripta. Infine, la cripta è stata ampliata nel 1932 e portata
poi allo stile attuale.
D. - Quali sono stati, in particolare, gli interventi
in questo lavoro di restauro?
R. - Ovviamente le pareti dalla cripta
si erano annerite per lo smog, il fumo, la polvere, il fumo delle candele votive e
delle lampade ad olio. C’era perciò bisogno di un restauro per riportare la tomba
allo splendore originale e dare ai fedeli la possibilità di una presenza orante più
calda e più viva.
D. - Come si presenta oggi, dopo i lavori di restauro,
la Tomba di San Francesco?
R. - Non c’è stato alcun intervento sull’urna
di pietra sigillata con le inferriate originali, poste da frate Elia che sono ancora
lì con i sigilli papali. L’intervento è stato fatto soprattutto sulle pareti della
cripta. Le pareti e la volta della cripta sono formate dalla pietra rosea e luminosa
di Assisi, quasi a chiudere Francesco in un abbraccio infuocato dell’amore di Dio,
i suoi compagni e tutti coloro che si recano nella tomba per pregare, per incontrare
Francesco, per chiedere pace e speranza per la loro vita.
D. - Dunque,
un ambiente mistico dove continua a risplendere il messaggio del “poverello di Assisi”…
R.
- La tomba è veramente un ambiente mistico, dove si può sperimentare e toccare con
mano la sintesi della presenza di Francesco e del suo messaggio francescano al mondo
intero. La cripta rappresenta il messaggio di Francesco: al centro abbiamo la sua
presenza con il suo messaggio evangelico di Santità. Attorno a lui, nel 1932, sono
stati collocati quattro dei suoi primi compagni: frate Leone, frate Masseo, frate
Rufino e frate Angelo, a rappresentare un messaggio di fraternità. Nella tomba è collocata
anche la lampada votiva, che viene alimentata con l’olio che ogni anno una regione
d’Italia, a nome di tutti i comuni italiani, offre al Santo patrono d’Italia. San
Francesco, come abbiamo avuto modo di dire ultimamente, è uno dei patri fondatori
dell’Italia. (vv)