Pakistan. Un altro cristiano in prigione: è accusato di blasfemia
Nuove accuse di blasfemia contro un cristiano in Pakistan. Ad essere stato arrestato
dalla polizia di Faisalabad il 5 aprile scorso è un cristiano di nome Arif Masih,
40 anni. A comunicarlo all’Agenzia Fides è stata la Commissione “Giustizia e Pace”
della diocesi locale, che ha espresso la sua “grave preoccupazione per un nuovo caso
basato su false accuse”. Arif sarebbe accusato di aver strappato pagine del Corano
e di aver scritto lettere minatorie ad alcuni musulmani, per convertirli al cristianesimo.
L’articolo della legge sulla blasfemia citato dall’accusa è il 295 comma C, che punisce
l’insulto o la profanazione del Corano. Arif Masih si trova oggi in prigione, mentre
la polizia è schierata per impedire che vi siano manifestazioni di protesta. I cristiani,
ma anche diversi musulmani che conoscono direttamente Arif, sono sicuri che si tratti
di false accuse e forse di una vendetta: la famiglia di Arif, infatti, aveva di recente
vinto una controversia per la proprietà di un terreno e l’accusatore di Arif è membro
della famiglia musulmana che ha perso la disputa. Padre Nisar Barkat, Direttore della
Commissione “Giustizia e Pace” ha chiesto immediatamente il rilascio dell'uomo, mentre
le forze dell’ordine hanno fatto sapere che sono ancora in corso le indagini. La “Masihi
Foundation”, che si occupa di Asia Bibi, la donna cristiana in carcere per blasfemia,
sta seguendo da vicino la situazione ed è pronta ad offrire assistenza legale e protezione
alla famiglia di Arif. (L.G.)