In Perù il quarto Simposio di teologia per gli Indios
La Chiesa deve essere una comunità inserita nella realtà, nella storia e nella cultura
dei popoli. Questa comunità è articolata con altre realtà ecclesiali nella Chiesa
universale ed è arricchita dalla tradizione apostolica e dall’esperienza delle popolazioni
indigene. Questo, in sintesi, il messaggio rivolto ai delegati che hanno preso parte
al quarto Simposio di teologia per gli Indios organizzato dal Dipartimento per la
cultura e l’istruzione del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam).
L’incontro, dal titolo “La teologia della creazione nella fede cattolica, nei miti,
riti e simboli dei popoli originari cristiani in America latina”, si è svolto a Lima,
in Perù, e ha visto la partecipazione di vescovi, sacerdoti, laici ed esperti di teologia.
I delegati, dopo aver osservato che “la Chiesa d’Occidente fino al Concilio Vaticano
II, ha agito a partire da un cristianesimo con una prospettiva eurocentrica”, hanno
spiegato che adesso si apre alla valorizzazione delle diversità. “Il ritorno alle
fonti e l’apertura alle esperienze storiche dei popoli ci rinnovano. Per evangelizzare
ed essere evangelizzati — hanno aggiunto — la Chiesa entra in dialogo alla ricerca
di nuovi orizzonti di vita a partire dai valori e dalla visione del mondo dei popoli
indigeni”. I delegati hanno spiegato che “il contributo dei popoli indigeni è stato
quello di porre l’umanità come parte della natura e di porre Dio presente e vicino
che veglia sulla vita e su sorella madre terra”. (L.G.)