2011-04-09 15:21:53

I vescovi europei: la “primavera araba” è un segno di speranza


I vescovi della Comece (Commissione episcopati comunità europea) accolgono la “primavera araba” come “un segno di speranza”, rivolgono raccomandazioni all’Unione Europea e propongono azioni a livello ecclesiale. È quanto si legge nel comunicato finale della plenaria di primavera, "Chiese cristiane in Maghreb e Mashriq", conclusasi ieri a Bruxelles. “Dopo decenni di stallo diplomatico e conflitti in Medio Oriente e Nord Africa” afferma il documento, “le rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Libia e altri Paesi arabi rappresentano una legittima rivendicazione della libertà e della dignità umana per milioni di persone”. I vescovi della Comece – riferisce il Sir - incoraggiano “i cittadini a continuare il loro impegno verso l'istituzione dei diritti fondamentali e della democrazia” e desiderano rendere “uno speciale omaggio alle giovani generazioni” che “hanno svolto un ruolo di primo piano nel lancio e nell'organizzazione di questa rivolta in modo coraggioso, pacifico ed ecumenico”. I presuli credono che “i cristiani di questi Paesi condividano una comune cittadinanza con i loro concittadini di altre religioni e che ogni religione costituisca parte integrante delle loro società”. Pertanto “li invitano a contribuire, sulla base della loro fede per il cambiamento democratico nel proprio Paese come concittadini”. I vescovi rivolgono quindi all’Ue alcune raccomandazioni. “Sono urgenti e necessarie maggiori informazioni e solidarietà concreta” tra gli Stati Ue per aiutarli ad affrontare “l'afflusso di migranti e rifugiati provenienti da Nord Africa e Medio Oriente (come previsto nella direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea)”, ed è necessario “contribuire a migliorare la deplorevole situazione in questi Paesi” promuovendone “la modernizzazione e la democratizzazione”. Indispensabile inoltre “sottolineare l'importanza di garantire uguali diritti a tutti i cittadini di quei Paesi”, indipendentemente da etnia o religione. Da parte loro i vescovi pensano a “scambi regolari con le Conferenze episcopali di Nord Africa e Medio Oriente”, a promuovere la riflessione su "Democrazia e religione" insieme a cristiani e musulmani di quelle aree, e l'educazione sociale e politica dei giovani provenienti da Nord Africa e Medio Oriente. In una lettera ai confratelli di quelle aree i vescovi della Comece esprimono “solidarietà e comunione condivisa nella preghiera” e definiscono intollerabili “l'insicurezza e le minacce che le minoranze cristiane devono fronteggiare sempre più nel mondo arabo”. Esprimendo altresì preoccupazione per “il modo in cui le minoranze religiose vengono a volte trattate in Europa”, invitano tutti i cittadini, specialmente i cristiani, e i leader politici Ue “ad assumersi le proprie responsabilità per promuovere il dialogo tra culture e civiltà in Europa e nel resto del mondo”.







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