Egitto: dimostranti di nuovo in Piazza Tahrir al Cairo
Tornano le manifestazioni e le violenze nella capitale egiziana de Il Cairo, a due
mesi dalla fine del regime di Mubarak: era l'11 febbraio infatti quando l’ex rais
lasciava il potere. Per le forze armate, gli scontri sono stati incitati da esponenti
del Partito nazionale democratico di Mubarak, verso i quali è stato spiccato ordine
di arresto. Il servizio di Giada Aquilino:
Piazza Tahrir
al Cairo, luogo simbolo della rivoluzione anti-Mubarak, torna ad essere teatro della
protesta degli egiziani e della battaglia tra manifestanti ed esercito. Un autobus
per il trasporto di truppe è stato dato alle fiamme stamani nella piazza, dopo una
notte di scontri. Ambulanze sono arrivate nella zona, completamente sigillata dalle
forze armate. Secondo i militari, che hanno anche usato lacrimogeni per disperdere
la folla riunita da ieri, la situazione è sotto controllo, ma fonti mediche parlano
di almeno due morti e 18 feriti. Tutto è cominciato nel venerdì di preghiera islamica:
a due mesi dalla fine del regime trentennale dell’ex rais, centinaia di migliaia
di persone hanno chiesto a gran voce che Mubarak, la sua famiglia e il suo entourage
vengano processati. Per vari siti internet, sarebbe stata superata la quota fatidica
di un milione di partecipanti, obiettivo degli organizzatori, ai quali si sono uniti
ufficialmente anche i Fratelli musulmani. Sugli ultimi episodi di violenza, scattati
ieri, Antonella Palermo ha raggiunto telefonicamente Marco Masulli, studente italiano
al Cairo:
R. - In questi giorni, a dire la verità fino a ieri, la vita
stava riprendendo a scorrere normalmente, anche perché è stato tolto il coprifuoco,
durato per quasi due mesi. Quello che ho sentito è che c’è stata questa grande manifestazione
di un milione di persone, dopo di che, verso sera, alcuni manifestanti hanno provato
a rimanere in piazza per un sit-in, per dormire lì, addirittura con alcuni ufficiali
dell’esercito tra loro. Questo sit-in, però, è stato stroncato in modo violento dall’arrivo
dell’esercito.
D. - Sono ultime rappresaglie di una situazione che va
verso la stabilità?
R. - La situazione potrebbe ancora cambiare da un
momento all’altro, per come si stanno mettendo le cose: c’è del malcontento, soprattutto
per quanto riguarda le condizioni economiche in cui versa la maggior parte della popolazione.
Il fatto principale è che si nota un esaurimento della spinta rivoluzionaria delle
scorse settimane, e tuttavia una parte della popolazione che ancora continua a protestare.
Sono proprio queste persone a essere state colpite ieri sera. (vv)