Nello Yemen, continuano le manifestazioni di protesta per chiedere le dimissioni del
presidente, Ali Abdullah Saleh, che ha respinto l’offerta di mediazione dei Paesi
del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La proposta prevedeva la consegna del potere
ad un Consiglio tribale provvisorio, che successivamente avrebbe dovuto nominare un
governo di unità nazionale prima delle elezioni. A Taiz, nel sud del Paese, la polizia
ha sparato sui manifestanti uccidendone almeno due. Intanto, in Siria, altro Stato
scosso recentemente da proteste antigovernative, il presidente Bashar al Assad ha
concesso la naturalizzazione a circa 300 mila curdi che popolano il nordest, chiudendo
un contenzioso che durava da oltre 50 anni. L’opposizione ha indetto una nuova giornata
di mobilitazione in coincidenza con il venerdì di preghiera. A Deraa, le forze dell'ordine
hanno sparato sui dimostranti: almeno sette i morti.
Bahrein E’ tornato
in edicola ‘Al Wasat’, il maggiore quotidiano dell’opposizione in Bahrein, sospeso
per aver pubblicato – secondo le autorità – notizie “false” basate su fatti “mai accaduti”.
Il nuovo direttore, Obaidli Al Obaidli, sostituirà Mansur Al Jambri, che era alla
guida del quotidiano dalla sua fondazione nel 2003. Durante gli scontri di metà marzo,
le tipografie di Al Wasat erano state danneggiate da uomini armati che ne avevano
bloccato la stampa.
I Paesi del Golfo denunciano ingerenze iraniane Gli
Stati membri del Consiglio di cooperazione per gli astati arabi del Golfo – Arabia
Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Kuwait, Oman e Qatar – hanno denunciato “le ingerenze
flagranti” dell’Iran per destabilizzare la regione, “seminando tensione tra i cittadini
di confessioni diverse”. In particolare, i Paesi del Consiglio di cooperazione del
Golfo accusano Teheran di dirigere una rete di spionaggio in Kuwait e di aver alimentato
le proteste in Bahrain, da parte di cittadini sciiti, contro la dinastia regnante
sunnita degli Al Khalifa.
Egitto, Mubarak sarà interrogato dalla procura La
procura generale interrogherà nei prossimi giorni il deposto presidente egiziano,
Hosni Mubarak, ed i suoi familiari nell’ambito dell’inchiesta sulle ricchezze accumulate
dalla famiglia nei trent’anni in cui è stato al potere. I magistrati hanno deciso
di tenere gli interrogatori nel palazzo presidenziale di Sharm el-Sheikh, accanto
alla residenza dove vive attualmente l’ex raìs.
Sventato attacco suicida in
Giordania Le forze dell’ordine hanno sventato un attacco suicida contro la sede
del Fronte di Azione Islamica (Fai), braccio politico dei Fratelli Musulmani giordani.
Lo riferiscono fonti locali, secondo le quali la polizia ha arrestato un uomo con
indosso una cintura esplosiva che aveva minacciato di farsi esplodere all’interno
dell’edificio. Nessuno è rimasto ferito e l’attentatore è stato consegnato alla giustizia.