2011-04-08 15:55:02

Giappone: almeno quattro morti per una nuova scossa sismica


La terra è tornata a tremare ieri nel nordest del Giappone con una potente scossa di magnitudo 7.4 sulla scala Richter, seguita da un allarme tsunami. Sono almeno quattro le persone morte a causa del nuovo sisma. E ai timori per possibili, ulteriori danni alla centrale nucleare di Fukushima, si sono aggiunti quelli per la fuoriuscita di acqua radioattiva da un altro impianto. In Europa, intanto, monta il dibattito sul nucleare: i gruppi politici al Parlamento di Strasburgo si sono divisi sul tema della sicurezza nelle centrali del vecchio Continente. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Da subito i principali timori si sono concentrati sulla possibile rottura del precario equilibrio faticosamente raggiunto alla centrale di Fukushima n.1, dove gli sforzi sulla messa in sicurezza dei reattori vanno avanti tra numerosi ostacoli. Una perdita di acqua radioattiva si è verificata tuttavia nella centrale di Onagawa, anche se le autorità non hanno segnalato cambi nei livelli di radioattività. L’emergenza nucleare giapponese intanto è arrivata in Europa, suscitando un vivace dibattito nell’ambito del parlamento di Strasburgo, dove la spaccatura tra il fronte dei favorevoli al nucleare ed i contrari si è acuita coinvolgendo gli stessi gruppi parlamentari, che sulla questione sono apparsi estremamente frammentati. L’argomento al centro del dibattito di ieri riguardava i controlli di sicurezza nelle 148 centrali già esistenti in Europa e una moratoria sul rilancio del nucleare. Il disaccordo sulla durata delle moratoria, che in base agli emendamenti votati sarebbe risultata a tempo indeterminato, ha portato infine alla bocciatura dell’intero testo della risoluzione, con 300 voti contro, 264 a favore e 61 astensioni.

Nuovo raid israeliano nella Striscia di Gaza
Almeno tre miliziani delle Brigate "Izzeddine al-Qassam", braccio armato di Hamas, sono rimasti uccisi vicino a Khan Younis, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, in seguito a una nuova incursione aerea israeliana. Secondo diverse fonti, i raid compiuti dallo Stato ebraico a Gaza hanno causato finora almeno otto morti ed oltre 40 feriti. Gli attacchi sono stati sferrati dopo il lancio ieri, da parte di miliziani di Hamas, di un missile che ha provocato il ferimento di due persone. L'alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea, Catherine Ashton, si è detta “profondamente preoccupata per l’escalation della violenza”. Ha anche esortato Israele a “mostrare moderazione” nella risposta contro gli attacchi dei militanti palestinesi.

Sventato attacco suicida in Giordania
Le forze dell’ordine hanno sventato un attacco suicida contro la sede del Fronte di Azione Islamica (Fai), braccio politico dei Fratelli Musulmani giordani. Lo riferiscono fonti locali, secondo le quali la polizia ha arrestato un uomo con indosso una cintura esplosiva che aveva minacciato di farsi esplodere all’interno dell’edificio. Nessuno è rimasto ferito e l’attentatore è stato consegnato alla giustizia.

Vittime nelle proteste in Siria e Yemen
Nello Yemen, continuano le manifestazioni di protesta per chiedere le dimissioni del presidente, Ali Abdullah Saleh, che ha respinto l’offerta di mediazione dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La proposta prevedeva la consegna del potere ad un Consiglio tribale provvisorio, che successivamente avrebbe dovuto nominare un governo di unità nazionale prima delle elezioni. A Taiz, nel sud del Paese, la polizia ha sparato sui manifestanti uccidendone almeno due. Intanto, in Siria, altro Stato scosso recentemente da proteste antigovernative, il presidente Bashar al Assad ha concesso la naturalizzazione a circa 300 mila curdi che popolano il nordest, chiudendo un contenzioso che durava da oltre 50 anni. L’opposizione ha indetto una nuova giornata di mobilitazione in coincidenza con il venerdì di preghiera. A Deraa, le forze dell'ordine hanno sparato sui dimostranti: almeno sette i morti.

Bahrein, torna in edicola quotidiano dell’opposizione
E’ tornato in edicola ‘Al Wasat’, il maggiore quotidiano dell’opposizione in Bahrein, sospeso per aver pubblicato – secondo le autorità – notizie “false” basate su fatti “mai accaduti”. Il nuovo direttore, Obaidli Al Obaidli, sostituirà Mansur Al Jambri, che era alla guida del quotidiano dalla sua fondazione nel 2003. Durante gli scontri di metà marzo, le tipografie di Al Wasat erano state danneggiate da uomini armati che ne avevano bloccato la stampa.

I Paesi del Golfo denunciano ingerenze iraniane
Gli Stati membri del Consiglio di cooperazione per gli astati arabi del Golfo – Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Kuwait, Oman e Qatar – hanno denunciato “le ingerenze flagranti” dell’Iran per destabilizzare la regione, “seminando tensione tra i cittadini di confessioni diverse”. In particolare, i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo accusano Teheran di dirigere una rete di spionaggio in Kuwait e di aver alimentato le proteste in Bahrain, da parte di cittadini sciiti, contro la dinastia regnante sunnita degli Al Khalifa.

Egitto, Mubarak sarà interrogato dalla procura
La procura generale interrogherà nei prossimi giorni il deposto presidente egiziano, Hosni Mubarak, ed i suoi familiari nell’ambito dell’inchiesta sulle ricchezze accumulate dalla famiglia nei trent’anni in cui è stato al potere. I magistrati hanno deciso di tenere gli interrogatori nel palazzo presidenziale di Sharm el-Sheikh, accanto alla residenza dove vive attualmente l’ex raìs.

Afghanistan, vittime civili per un ordigno rudimentale sulla strada
Cinque civili afghani sono morti nella provincia meridionale di Ghazni. L'auto su cui viaggiavano è saltata su un ordigno rudimentale, collocato al lato della strada. L'episodio è avvenuto ieri sera nel villaggio di Zargar. Almeno sette uomini, fra cui sei membri delle Forze di sicurezza afghane e un civile, sono morti oggi a causa di un attacco kamikaze in un Centro di addestramento della polizia a Kandahar, nell'Afghanistan meridionale.

Iraq, incontro tra Gates e Barzani
Il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, è arrivato oggi ad Erbil, nel nord dell’Iraq, per incontrare il presidente della regione autonoma del Kurdistan, Massud Barzani. Gates ieri ha espresso apprezzamento per i progressi "straordinari" raggiunti in Iraq. Nel Paese, intanto, prosegue l’addestramento offerto dai Carabinieri italiani, guidati dal maggiore Claudio Angelilli, alle reclute dell’esercito iracheno. L’obiettivo è di proteggere i pozzi di petrolio, bersaglio di attacchi e attentati. Nei mesi scorsi, sono stati piazzati diversi ordigni in una raffineria e alcune esplosioni hanno danneggiato l’oleodotto tra Iraq e Turchia. Oggi, l’Iraq produce 2,2 milioni di barili di greggio al giorno, e intende raddoppiare la produzione, oltre a costruire nuove infrastrutture per esportare anche prodotti petroliferi raffinati.

L’Irlanda si aspetta una riduzione del tasso dei finanziamenti
L’Irlanda si aspetta che il Portogallo ottenga un accordo sul costo del sostegno finanziario internazionale simile a quello della Grecia. Il Portogallo ha deciso ieri di chiedere il sostegno finanziario internazionale e, se verrà trovata un’intesa per un tasso più vantaggioso, aumenteranno anche le probabilità che Dublino possa ottenere una riduzione del tasso sui finanziamenti. Lo scorso mese, la Grecia ha ottenuto un taglio del costo del finanziamento internazionale di un punto percentuale. La domanda di Dublino di ritoccare al ribasso il proprio tasso è stata invece bloccata dalle richieste di Francia e Germania di un riallineamento dell’aliquota fiscale di favore, che Dublino applica ai redditi d’impresa.

Stati Uniti, ancora da trovare l’accordo per il bilancio 2011
Ancora poche ore negli Stati Uniti per raggiungere l’accordo sul bilancio 2011. Democratici e repubblicani discuteranno per tutta la giornata, allo scopo di evitare un nulla di fatto che provocherebbe il blocco delle attività di numerose istituzioni legate al governo americano. Da Washington, Francesca Baronio:RealAudioMP3

Oltre 800 mila impiegati pubblici senza stipendio, militari senza paga, parchi e zoo chiusi: se l’accordo tra Casa Bianca ed opposizione sull’approvazione del bilancio dell’anno in corso non dovesse arrivare entro la mezzanotte di oggi, il governo americano resterà senza fondi. La differenza è di circa 6 miliardi di dollari di tagli, che i repubblicani vorrebbero aggiungere ai 33 sui quali sembrava esserci un accordo. In realtà, al Congresso si sta consumando uno scontro profondo per la spesa pubblica dei prossimi anni. Da un lato, la proposta di Paul Ryan, giovane repubblicano a capo della Commissione Bilancio della Camera, che strizza l’occhio ai “tea party”, chiedendo forti tagli alla spesa pubblica. Dall’altro, la Casa Bianca che propone tagli, ma senza toccare la riforma della sanità per la quale Obama si è personalmente speso. I colloqui fra il presidente repubblicano della Camera, John Boehner, e quello democratico al Senato, Harry Reid, sono andati avanti fino a tarda notte e Obama è sembrato più ottimista. Restano ancora da sciogliere alcuni punti, come quello dalla riduzione sul fondo dell’aborto voluto dai repubblicani. La sensazione è che la campagna elettorale sia ormai iniziativa. Bisogna ora capire come il repubblicano Boehner deciderà di chiudere questa partita e quanto l’ala oltranzista dei “tea party” peserà sulla prossime elezioni del 2012.

Kosovo, eletta presidente una donna di 36 anni
Il parlamento del Kosovo ha eletto Atifete Jahjaga, una donna di 36 anni ex vice-capo della polizia, nuovo presidente del Kosovo. Sulla base di un accordo sottoscritto tra le principali forze politiche del Paese, Atifete Jahjaga rimarrà presidente per un anno, fino a quando il parlamento modificherà la Costituzione per consentire l’elezione diretta del capo di Stato kosovaro. La scorsa settimana, una sentenza della Corte costituzionale aveva invalidato la contestata elezione a presidente di Behgjet Pacolli, avvenuta il 22 febbraio.

Kazakistan, cerimonia di insediamento per Nazarbaiev
La cerimonia d’insediamento del presidente kazako, Nazarbaiev, svoltasi oggi, segna l’inizio di un nuovo mandato di cinque anni alla guida del Paese. E’ stato confermato presidente con oltre il 95% delle preferenze. Ma la maggioranza degli osservatori internazionali ha espresso dubbi sulla regolarità delle operazioni di voto. (A cura di Amedeo Lomonaco e Gabriele Papini)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 98







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