Benedetto XVI sulla pietà popolare: grande patrimonio della Chiesa, da purificare,
mai da escludere
La pietà popolare è un “grande patrimonio della Chiesa”, perché permette alle persone
di esprimere in modo genuino la propria fede. Benedetto XVI ha ribadito un tema a
lui caro nell’udienza concessa questa mattina in Vaticano ai partecipanti alla plenaria
della Pontificia Commissione per l’America Latina. Il Papa ha tuttavia messo in guardia
dalle possibili derive che possono contaminare le espressioni della religiosità popolare.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Gesti antichi,
segni ripetuti e visti ripetere, di padre in figlio, di nonno in nipote, che scaldano
l’anima al fuoco di tradizioni che parlano di Dio, della Madonna e dei Santi. Una
ricchezza da “proteggere, promuovere e, se necessario purificare”, non ha esitato
a definirla Benedetto XVI, tornando a riflettere su un argomento, la religiosità popolare,
spesso presente nel suo magistero. Davanti agli esperti della Pontificia Commissione
per l’America Latina – riuniti in questi giorni per discutere su quale “impatto”
eserciti la pietà popolare nel processo di evangelizzazione del continente – il Papa
ha ricordato ciò che affermò il documento finale della Conferenza di Aparecida del
2007. All’epoca, ha detto il Pontefice, i vescovi avevano presentato la pietà popolare
come “luogo di incontro con Gesù Cristo e un modo di esprimere la fede della Chiesa”.
E che pertanto, le manifestazioni che ne derivano non potevano e non possono essere
considerate “come qualcosa di secondario della vita cristiana”:
“Todas
ellas, bien encauzadas y debitamente… Tutte queste, ben orientate
e adeguatamente accompagnate, favoriscono un fruttuoso incontro con Dio, un intenso
culto per il Santissimo Sacramento, una sentita devozione alla Vergine Maria, un crescente
affetto per il Successore di Pietro e la consapevolezza di appartenere alla Chiesa.
Che tutto questo possa servire per evangelizzare, comunicare la fede, portare i fedeli
ai sacramenti, rinsaldare i vincoli di amicizia e dell’unità familiare e comunitaria
e rafforzare la solidarietà e l'esercizio della carità”.
Nella pietà
popolare, ha osservato Benedetto XVI, “esistono molte espressioni di fede legate alle
grandi celebrazioni dell'anno liturgico, nelle quali la gente comune in America Latina
riafferma il suo amore” per Cristo. Tuttavia, ha soggiunto, bisogna fare attenzione
a due cose: alla fede che, nutrita dalla Bibbia e dalla preghiera, deve restare –
ha riaffermato – “la principale fonte della pietà popolare, in modo che non sia ridotta
a una semplice espressione culturale di una determinata regione”. E poi alla liturgia,
la quale, ha ribadito…
“… deberá constituir el punto de referenzia… dovrà
costituire il punto di riferimento per ‘incanalare con lucidità e prudenza gli aneliti
di preghiera e di vita carismatica’ che si riscontrano nella pietà popolare; dal canto
suo la pietà popolare, con i suoi valori simbolici ed espressivi, potrà fornire alla
Liturgia alcune coordinate per una valida inculturazione e stimoli per un efficace
dinamismo creatore”.
Del resto, ha ammesso il Papa, i problemi esistono
e “non si può negare” l’esistenza di “alcune forme deviate di religiosità popolare
che, lungi dal favorire la partecipazione attiva nella Chiesa, creano confusione e
possono favorire una pratica religiosa puramente esteriore e svincolata da una fede
ben radicata e interiormente viva”. Qui, Benedetto XVI ha citato un passaggio della
sua Lettera indirizzata lo scorso anno ai seminaristi:
“La pietad
popular puede derivar hacia… Certo, la pietà popolare tende all’irrazionalità,
talvolta forse anche all’esteriorità. Eppure, escluderla è del tutto sbagliato. Attraverso
di essa, la fede è entrata nel cuore degli uomini, è diventata parte dei loro sentimenti,
delle loro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perciò la pietà popolare è
un grande patrimonio della Chiesa (…) Certamente la pietà popolare dev’essere sempre
purificata, riferita al centro, ma merita il nostro amore, ed essa rende noi stessi
in modo pienamente reale ‘Popolo di Dio’”.