Libia: raid Nato contro le forze di Gheddafi nell'area di Brega e Misurata
In Libia, proseguono senza sosta i combattimenti tra le forze lealiste e i ribelli
che ormai da diversi giorni si concentrano soprattutto attorno a Misurata e a Brega.
Le truppe lealiste che operano nella regione delle due città stamattina sono finite
nel mirino dei raid della Nato, mentre la diplomazia internazionale insiste sulla
necessità che Gheddafi lasci il Paese. Il servizio di Eugenio Bonanata:
Coinvolgere
l’Unione Africana e organizzare al più presto un’incontro tra i leader europei e i
rappresentanti dei ribelli. Questi i punti fondamentali sui quali lavorerà la seconda
riunione del cosiddetto Gruppo di contatto in programma a Dhoa, in Qatar, il prossimo
13 aprile. Di oggi la notizia dell’arrivo a Bengasi di una delegazione europea con
l’obiettivo di avviare i primi contatti con gli insorti, che in queste ore hanno lamentato
lo scarso appoggio sul campo. La Nato ha risposto che la conduzione dei raid aerei
si fa sempre più difficile a causa dell’utilizzo di civili come scudi umani. Nonostante
questo, i velivoli della coalizione stamattina hanno colpito le forze governative
sia a Misurata che a Brega, con testimoni che riferiscono di esplosioni anche nella
periferia di Tripoli. Non è chiaro, invece, chi abbia colpito il campo petrolifero
di Sarir, nel sud della Cirenaica, in mano ai ribelli. Confuso anche il bilancio delle
vittime della mattinata, che potrebbe aggirarsi intorno ad una decina di morti e diversi
feriti. I ribelli hanno annunciato a breve una grande battaglia. Per il momento, però,
nessuna delle due parti avanza in modo significativo, mentre nella confinante Tunisia
è stato allestito un nuovo campo per garantire l'assistenza umanitaria. “Gheddafi
non ha futuro”, ha affermato l’ex ministro dell’Energia libico, che ha lasciato la
città di Misurata per rifugiarsi a Malta. Il leader libico, dal canto suo, ha chiesto
lo stop delle ostilità, ma la lettera che ha inviato ieri alla Casa Bianca non ha
sortito alcun effetto. L’amministrazione Usa chiede fatti concreti e lavora per il
suo esilio e anche Parigi ha ribadito che il nodo centrale della questione è sapere
a quali condizioni Gheddafi sia disposto a fare un passo indietro. Intanto, la cronaca
registra molte voci alimentate dalla stampa: c’è la presunta scomparsa di un commando
di forze speciali francesi, che sarebbe avvenuta nel deserto libico nonostante la
risoluzione Onu escluda l’impiego di truppe di terra. Poi, si parla anche della presenza
di mercenari bielorussi in aiuto delle forze lealiste. Dall’Algeria, infine, è arrivato
l’allarme relativo al Qaeda: il ramo magrebino della rete di Osama Bin Laden starebbe
inviando in Libia kamikaze pronti a colpire le brigate di Gheddafi.