La disoccupazione,
la dispersione e la fatica delle relazioni, il senso di impotenza, i tentativi di
speculazione sulla ricostruzione, la depressione dei vecchi, l'ansia di socialità
inespressa dei più piccoli. Questo è L'Aquila oggi, a due anni dal sisma. Ma è
anche creatività artistica, accoglienza e familiarità pur nella precarietà, è l'ottimismo
pacato dei giovani. Le voci dal cratere, di chi ha perso familiari e case, ma coltiva
ancora un briciolo di speranza cristiana.