La Cattedrale di Santiago di Compostela celebra l’ottavo centenario di consacrazione
Era il 1211 quando la Cattedrale di Santiago de Compostela, in Spagna, veniva consacrata.
A distanza di 800 anni da quella data, l’arcivescovo della città, mons. Julian Barrio
Barrio, ha indirizzato una Lettera pastorale a tutti i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi,
i consacrati dell’arcidiocesi, così come anche a tutti i fedeli laici. Nel lungo documento,
il presule riflette innanzitutto sul significato dell’ottavo centenario: “Si tratta
di un’occasione provvidenziale affinché tutti i fedeli dell’arcidiocesi rendano grazia
a Dio per il dono della fede che ci ha trasmesso e perché, a nostra volta, ci preoccupiamo
di trasmetterlo alle generazioni future”, comprese a quelle battezzate, ma che non
si integrano nella vita della Chiesa con “una fede attiva”. “Senza dubbio – scrive
mons. Barrio – questa celebrazione ci aiuterà a ravvivare la nostra consapevolezza
di appartenere alla comunità ecclesiale diocesana, facendo così della Chiesa una casa
ed una scuola della comunione”. Tre le caratteristiche che deve avere la Cattedrale,
sottolinea poi l’arcivescovo di Santiago: essa deve essere “aperta, viva ed accogliente”.
“Una casa aperta in cui tutti possono entrare per pregare, ammirare l’arte o semplicemente
assaporare il silenzio in cui è più facile ascoltare la Parola di Dio e meditarla
nel cuore”. Il luogo di culto deve essere poi una casa viva, nel senso di “abitata,
ovvero in cui la presenza della comunità è assicurata. Chiunque vi entri, deve notare
le caratteristiche della comunità cristiana”. Infine, la Cattedrale deve mostrarsi
come “una casa accogliente, in cui si manifesta la vita della Chiesa locale”, ma anche
“la Chiesa nella sua totalità”. Scrive ancora mons. Barrio: “La Cattedrale non è un
museo. In essa, la Chiesa pellegrina prega e celebra il mistero della fede, perché
se Gesù non fosse resuscitato, questo edificio non avrebbe senso. Sarebbe solo una
casa vuota e triste”. In quest’ottica, il presule spagnolo sottolinea che “la Cattedrale
è un simbolo della Chiesa visibile di Cristo” ed attraverso “la maestosità della sua
struttura architettonica, essa è segno del tempio spirituale che sorge nell’anima
di ciascuno di noi”. Per questo, “le fondamenta della Cattedrale ci ricordano che
noi, pietre vive della comunità cristiana, dobbiamo poggiarci su Cristo, ieri, oggi
e sempre, vera pietra angolare”. Con un’immagine particolare, inoltre, mons. Barrio
paragona la Cattedrale “ad una maestra, poiché spiega la fede attraverso la sua costruzione;
ad un ospedale, quando accoglie i pellegrini stanchi per le fatiche e le incertezze
della vita; ad una guardia che veglia sulla tomba di San Giacomo Apostolo”. Infine,
la Lettera pastorale si conclude con l’auspicio che “la speranza cristiana che dà
senso, forza ed impulso alla fede, proiettandola giorno dopo giorno verso la sua meta
definitiva, possa continuare a risuonare nella Cattedrale di Santiago de Compostela”.
(I.P.)