KENYA: Il contributo dell'Africa all'evangelizzazione dell'Europa
NAIROBI, 06 aprile 2011 La Chiesa cattolica in Africa può contribuire alla nuova
evangelizzazione dell’Europa: è quanto ha affermato mons. Boniface Lele, arcivescovo
di Mombasa, in Kenya. Nei giorni scorsi, il presule è intervenuto al Simposio organizzato
dalla Società di Maryknoll, un’organizzazione cattolica sacerdotale del Kenya che
ha celebrato il suo centenario di attività. Nel suo discorso, mons. Lele ha sottolineato
come il cristianesimo stia crescendo a ritmo elevato nel sud del mondo, rispetto al
nord. “A differenza del passato – ha detto il presule – la crescita del cristianesimo
non si registra più nell’emisfero settentrionale. Ciò testimonia un vero cambiamento”.
Allo stesso tempo, ha aggiunto l’arcivescovo di Mombasa, le vocazioni religiose sono
“in declino” nell’emisfero settentrionale, mentre sono in crescita in quello meridionale,
inclusa l’Africa. Di qui, la possibilità reale che il continente africano offra i
propri missionari al servizio della nuova evangelizzazione dell’Europa. Dal suo canto,
il Nunzio apostolico in Kenya, l’arcivescovo Alain Paul Lebeaupin, ha reso omaggio
ai primi missionari, per il loro operato coraggioso nel Paese e in tutta l’Africa.
“A differenza del mondo contemporaneo – ha detto – in cui dominano le tecnologie moderne,
i primi missionari partivano da zero verso nuove scoperte. Non esisteva nulla paragonabile
ad Internet che li guidasse nel loro cammino, ma tutto dipendeva dalla loro fede e
dal loro credo”. Tra i vari interventi, anche quello del sacerdote e studioso padre
Laurent Maggesa, quale ha messo in luce come “l’inculturazione sia un nuovo modo di
pensare nella fede cattolica” e come sia necessario ogni sforzo per renderla pienamente
inserita nella dottrina della Chiesa. “C’è bisogno della Chiesa locale in Africa per
focalizzarsi su questo concetto, in modo da approfondire il significato del messaggio
cristiano tra la popolazione locale”, ha aggiunto padre Paul Masson, assistente generale
della Società di Maryknoll a New York. Il religioso ha poi concluso con un ringraziamento
“al cuore aperto del popolo africano” che rende possibile il lavoro missionario. (I.P.)