Conferenza a Roma su “Wiktoria e Jerzy Ulma: la testimonianza dell’amore fino al martirio”
“Wiktoria e Jerzy Ulma: la testimonianza dell’amore fino al martirio”: è il tema della
conferenza che lo storico polacco Mateusz Szpytma tiene oggi presso il Pontificio
Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia della Lateranense (ore
17.00). La riflessione si colloca nell’ambito del ciclo “Profili di santità coniugale”,
dedicato dall’Istituto a coppie di sposi che hanno testimoniato in modo speciale l’amore
di Dio attraverso la loro unione fedele e l’esemplarità della vita. A costituire il
quadro storico degli eventi trattati è l’occupazione tedesca della Polonia nella Seconda
Guerra Mondiale e quanto avvenne il 24 marzo 1944 nel villaggio di Markowa, nella
Polonia sudorientale. Al tempo della Seconda Repubblica Polacca (1918-1939), la località
era abitata da alcune migliaia di persone, con un centinaio di ebrei; grazie ad un
movimento rurale particolarmente attivo e dinamico, nel territorio poté formarsi un’élite
agricola aperta al mondo esterno, che seppe adottare tecniche moderne in agricoltura,
mantenendosi ben ancorata alla fede cattolica e ai valori evangelici. In questo ambiente
crebbero Józef Ulma e Wiktoria Niemczak, dal cui matrimonio celebrato nel 1935 nacquero
sei figli. Mentre il capo famiglia si dedicava al lavoro agricolo, partecipando inoltre
attivamente alla vita delle organizzazioni cattoliche locali, Wiktoria era assorbita
dalla cura dei figli e della casa. Di fronte all’infuriare alla violenza antisemitica
dei nazisti, alcune famiglie del villaggio, tra cui gli Ulma, si impegnarono a nascondere
gli ebrei, nonostante il divieto nazista e la punizione con la morte dei “colpevoli”.
Denunciati probabilmente da un poliziotto ucraino, Józef e Wiktoria - prossima a
dare alla luce il settimo figlio - con i loro bambini e con gli ebrei che avevano
accolto in casa furono uccisi dalla polizia militare tedesca il 24 marzo 1944. Alla
coppia vene concesso nel 1995 il titolo di “Giusto tra le Nazioni” dallo Stato di
Israele; alcuni anni più tardi, nel 2003, la Chiesa Cattolica avviava la causa di
Beatificazione della famiglia Ulma. (M.V.)