Ad oltre un anno dal devastante sismo che ha colpito Haiti, ci sono grosse difficoltà
nella ricostruzione e nella ripresa del poverissimo Paese caraibico. A lanciare l’allarme
le Nazioni Unite dopo una riunione che si è svolta ieri al Palazzo di Ventro. Il servizio,
da New York, è di Elena Molinari: Quattordici mesi
dopo il sisma che l’ha devasta, Haiti rimane in ginocchio e la comunità internazionale
ha stanziato solo il 37 per cento dei fondi promessi per la ricostruzione. Lo ha detto
Bill Clinton, inviato dell’Onu nel Paese centroamericano, intervenendo ieri ad una
riunione del Consiglio di sicurezza su Haiti. L’ex presidente americano ha sottolineato
che tonnellate di macerie rimangono nella capitale haitiana, Port-au-Prince, dal gennaio
2010. Durante la stessa riunione, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha
invece evidenziato che l’economia di Haiti rimane prostrata: le istituzioni pubbliche
sono a mala pena in grado di offrire i servizi essenziali e troppe donne e bambini
vivono nella paura della violenza sessuale. Il segretario generale ha, però, illustrato
anche alcuni dati positivi: gli sfollati che vivono nei campi profughi sono passati
- ad esempio - da un milione e mezzo nel luglio dell’anno scorso ai 680 mila attuali.
Anche Clinton ha concluso dicendo che, nelle condizioni attuali, la ricostruzione
avvenuta finora ad Haiti è un piccolo miracolo, anche se la sfida per un successo
a lungo termine dipende dal prossimo governo di Port-au-Prince, emerso dal ballottaggio
presidenziale del mese scorso.