Orissa: angherie sui dalit che si avvicinano alla fede cristiana
Le famiglie di tribali dalit (i “fuoricasta”) dell’Orissa sono sottoposte a continue
angherie e oppressioni, compiute unicamente sulla base della discriminazione castale.
Questi dalit, privati di terre, di proprietà e di ogni diritto, spesso sono aiutati
da gruppi cristiani e dalla Chiesa cattolica che offrono loro non solo assistenza
ma anche il riconoscimento della dignità. Per questo tali popolazioni chiedono poi
di conoscere e abbracciare la fede cristiana. Questa dinamica, spiegano fonti cattoliche
dell’Agenzia Fides, è alla base delle violenze perpetrate dai gruppi radicali indù
verso i cristiani, come i terribili massacri che interessarono l’Orissa nel 2008.
I cristiani sono accusati di fare proselitismo e di voler convertire i dalit indù,
ma “i cristiani non fanno altro che mettere in pratica il comandamento dell’amore
al prossimo, facendosi vicini, in tutti i modi, ai reietti della società, ai poveri,
agli ultimi, agli oppressi”, promuovendone lo sviluppo socio-economico ma anche i
loro diritti a livello istituzionale. A conferma di tale andamento, un recente episodio:
la polizia dell’Orissa ha arrestato il 29 marzo scorso 14 cristiani con l’accusa di
aver operato “conversioni forzate” nel distretto di Mayurbhanj. Ma in Orissa, riferiscono
fonti locali di Fides, continuano a verificarsi casi di patenti violazioni dei diritti
dei dalit: nei mesi scorsi 83 famiglie dalit del villaggio di Ranapada (distretto
di Puri) sono state brutalmente attaccate e scacciate dagli abitanti (non dalit) di
54 villaggi vicini. Motivo del gesto: la violazione di un tempio indù da parte di
tre donne dalit, che avrebbero osato entrare nell’edificio, fatto loro vietato perché
considerate impure (i dalit sono chiamati infatti “intoccabili”). L’episodio risale
all’agosto 2010 e alle famiglie incriminate è stata comminata una multa che esse si
sono rifiutate di pagare. Per questo è scattata la “spedizione punitiva”: le famiglie
sono state private delle case, delle terre, dei loro beni e oggi non sanno come sopravvivere.
La vicinanza della Chiesa cattolica agli ultimi e ai dalit è stata ribadita di recente
da mons. John Barwa, insediatosi come nuovo arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, in
una celebrazione tenutasi a Cuttack il 2 aprile, alla presenza di 21 vescovi, del
nunzio apostolico, mons. Salvatore Pennacchio, e del cardinale Oswald Gracias, presidente
della Conferenza Episcopale dell’India. L’arcivescovo, anch’egli un tribale, ha rimarcato
il desiderio di “unità nella diversità e di riconciliazione in Orissa”, spiegando
che il suo motto episcopale “Venga il Tuo Regno”, esprime il bisogno di annunciare
e manifestare il Regno di Dio nel territorio.