L'arcivescovo di Mombasa: il cristianesimo cresce più nel sud che nel nord del
mondo
La Chiesa cattolica in Africa può contribuire alla nuova evangelizzazione dell’Europa:
è quanto ha affermato mons. Boniface Lele, arcivescovo di Mombasa, in Kenya. Nei giorni
scorsi, il presule è intervenuto al Simposio organizzato dalla Società di Maryknoll,
un’organizzazione cattolica sacerdotale del Kenya, che ha celebrato il suo centenario
di attività. Nel suo discorso, mons. Lele ha sottolineato come il cristianesimo stia
crescendo a ritmo elevato nel sud del mondo, rispetto al nord. “A differenza del passato
– ha detto il presule – la crescita del cristianesimo non si registra più nell’emisfero
settentrionale: ciò testimonia un vero cambiamento”. Allo stesso tempo, secondo l’arcivescovo,
le vocazioni religiose sono “in declino” nell’emisfero settentrionale, mentre sono
in crescita in quello meridionale, inclusa l’Africa: di qui la possibilità reale che
il continente africano offra i propri missionari al servizio della nuova evangelizzazione
dell’Europa. Dal canto suo, il nunzio apostolico in Kenya, l’arcivescovo Alain Paul
Lebeaupin, ha reso omaggio ai primi missionari e al loro coraggioso operato prima
nel Paese e poi in tutta l’Africa. “A differenza del mondo contemporaneo – ha detto
– in cui dominano le tecnologie moderne, i primi missionari partivano da zero verso
nuove scoperte. Non esisteva nulla di paragonabile a Internet che li guidasse nel
loro cammino, ma tutto dipendeva dalla loro fede e dal loro credo”. Tra i vari interventi,
anche quello del sacerdote e studioso padre Laurent Maggesa, che ha messo in luce
come “l’inculturazione sia un nuovo modo di pensare nella fede cattolica” e come sia
necessario ogni sforzo per renderla pienamente inserita nella dottrina della Chiesa.
“C’è bisogno della Chiesa locale in Africa per focalizzarsi su questo concetto, in
modo da approfondire il significato del messaggio cristiano tra la popolazione locale”,
ha aggiunto padre Paul Masson, assistente generale della Società di Maryknoll a New
York. Il religioso ha poi concluso con un ringraziamento “al cuore aperto del popolo
africano” che rende possibile il lavoro missionario. (I.P.)