Il Patriarcato di Mosca: più coraggio nell'esposizione del crocifisso negli uffici
pubblici
Continua in Russia la polemica tra la Chiesa ortodossa e le organizzazioni sui diritti
umani in merito all’esposizione del crocifisso negli uffici e nei luoghi pubblici.
Forte della decisione della Corte europea per i Diritti dell’uomo che recentemente
ha sentenziato di non riconoscere alcuna violazione dei diritti umani nell’appendere
il crocifisso nelle aule scolastiche, il capo del Dipartimento del Patriarcato di
Mosca per le relazioni tra Chiesa e società, Vsevolod Chapli, ha lanciato un appello
alla comunità di fedeli affinché siano più coraggiosi nel mostrare la propria fede
in un periodo in cui la Russia si sta ancora riprendendo da 70 anni di ateismo di
Stato. Gli si oppongono alcuni attivisti, specifica AsiaNews, tra i quali spicca Lev
Ponomarev, leader del movimento per i diritti umani, che ha attaccato l’ingerenza
del Patriarcato nella società civile e ricorda come in Russia Chiesa e Stato siano
separati. Ponomarev, nonostante abbia dovuto ammettere che nessuno può impedire a
chi si professa ortodosso di appendere una croce, sostiene però che la discussione
contribuirà soltanto a dividere ulteriormente la società. (R.B.)