Costa d'Avorio: Onu e Francia intervengono militarmente ad Abidjan
“Siamo intervenuti a protezione dei civili”. Così, il segretario generale dell’Onu,
Ban Ki-moon, che ieri ha dato il via ai raid militari in Costa d’Avorio. Obiettivo
dichiarato: neutralizzare le armi pesanti utilizzate contro la popolazione dai fedelissimi
di Laurent Gbagbo, il presidente uscente che si rifiuta di lasciare il potere. Ma
intanto ad Abidjan si acuisce l’emergenza umanitaria, con gli ospedali al collasso
e migliaia di persone bloccate in casa. Per gli ultimi aggiornamenti sentiamo Marco
Guerra:
Il presidente
uscente Gbagbo, asserragliato nella sua roccaforte ad Abidjan, ''non pensa al momento''
alla resa. Lo ha affermato il portavoce del suo governo, smentendo le voci circolate
in mattinata circa l’apertura di un negoziato per il trasferimento dei poteri al presidente
eletto Ouattara, riconosciuto dalla comunità internazionale. L’intervento militare
della comunità internazionale scattato ieri non piega dunque la strenua resistenza
di Gbagbo e suoi fedelissimi che affermano di controllare ancora il palazzo presidenziale
e la caserma di Abidjan, principale città del Paese africano, dove, in mattinata,
sono proseguiti i combattimenti con colpi di artiglieria pesante. Intanto, però, si
segnalano le prime defezioni tra gli esponenti del vecchio governo: il ministro degli
Esteri ha cercato rifugio nell'ambasciata francese. E il presidente uscente resta
comunque braccato dalle forze leali Ouattara che circondano la sua residenza e contano
sull’appoggio degli elicotteri della missione Onu e di quella francese che ieri hanno
colpito due basi delle milizie di Gbagbo con l’obiettivo di neutralizzare le armi
pesanti utilizzate contro i civili. Secondo il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon,
l'operazione militare è in linea con “la risoluzione 1975 del Consiglio di Sicurezza”
e si è resa necessaria dopo che le forze di Gbagbo ''hanno preso di mira il quartier
generale dell'Onu in Costa d'Avorio all'hotel Sebroko”. Le Nazioni Unite esprimono
inoltre grande preoccupazione per la situazione umanitaria ad Abidjan. ''Molti ospedali
non sono in grado di funzionare'', ha affermato la portavoce dell'Ufficio dell'Onu
per il coordinamento degli affari umanitari. “Le ambulanze non possono girare – ha
aggiunti l’esponente dell’Onu - ed i cadaveri sono lasciati nelle strade più' giorni''.