2011-04-04 15:25:04

Emergenza immigrazione: Berlusconi a Tunisi per fermare l'esodo


Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, domani riferirà in aula alle ore 10, sulle misure adottate in relazione all'eccezionale flusso di immigrazione verso Lampedusa. Intanto il premier Berlusconi è a Tunisi per incontrare il presidente della Repubblica ad interim Fouad Mebazaa e poi il primo ministro Beji Kaid Essebsi. L’obiettivo è fermare la partenza di barconi proprio dalle coste della Tunisia. Sentiamo Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Sono 1.200 al momento gli immigrati ospiti del centro di prima accoglienza a Lampedusa. Oggi partiranno altri 700 migranti a bordo della nave "Catania". Nella tendopoli di Manduria in Puglia però la situazione resta tesa. Un gruppo di immigrati ha cominciato da stamattina lo sciopero della fame. Loro obiettivo è avere il certificato di protezione internazionale che consente di muoversi liberamente sul territorio nazionale. Intanto l’Unhrc lancia un appello affinché siano cercati gli immigrati “dispersi" nelle acque del Mediterraneo. Sono infatti 70 i corpi recuperati al largo di Tripoli, ma il bilancio di questi viaggi della speranza potrebbe essere peggiore. Padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli:

R. - Quelle persone sono sulla coscienza di tutti quanti noi. Non fa comodo che si sappia che le persone muoiono nelle traversate. Sulle nostre coscienze ci sono molti cadaveri di cui non abbiamo notizie. Una volta si ragionava in termini diversi, forse il livello culturale e umano era diverso, si salvavano prima le persone e poi si discuteva su come aiutarle o in quale categoria di protezione potessero rientrare. Oggi, nell’indifferenza totale le persone muoiono.

D. - Padre La Manna, ma per chi è arrivato in Italia la soluzione qual è? Grandi tendopoli o piccoli centri di accoglienza?

R. - E’ una situazione ridicola, perché se anche fossero 20 mila, 30 mila persone, non è possibile reagire così come si è reagito. Sicuramente siamo contrari alla tendopoli e in favore di piccoli centri che consentono di lavorare progettualmente e di accogliere dignitosamente le persone. Le tendopoli sarei curioso di sapere quanto ci stanno costando, e quanto sta costando la non accoglienza di queste persone che poi dai centri dalle tendopoli scappano.

D. - C’è chi dice che i tunisini non possono essere in qualche modo considerati dei rifugiati, perché là non c’è una guerra, lei è d’accordo?

R. - Non c’è da perdere di vista che chiunque rimane persona e va riconosciuta nella sua dignità di persona: occorre riconosce a queste persone il diritto di avere la possibilità di vivere in libertà. La questione non è in quale categoria di persone possiamo far rientrare i tunisini, ma la prima preoccupazione è innanzitutto salvare le vite, secondo trattarle dignitosamente, cosa che non è stata fatta a Lampedusa. Quando si offende la persona nella sua dignità, poi, non ci si può meravigliare delle reazioni anche violente di queste persone o di reazioni che portano a scappare dai centri. (ma)







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