Costa d'Avorio: ad Abidjan offensiva finale contro Gbagbo
Resta convulsa la situazione in Costa d’Avorio. Le forze del presidente eletto Ouattara
hanno annunciato di aver sferrato l'offensiva ad Abidjan contro le truppe del presidente
uscente Laurent Gbagbo. Secondo testimoni elicotteri delle Nazioni Unite hanno attaccato
le forze dell'ex presidente Laurent Gbabo in una base della città; precedentemente
i caschi blu avevano evacuato centinaia di persone. Preoccupazione è stata espressa
dall’Unione Europea che ha chiesto di proteggere i civili, consentire il lavoro degli
operatori umanitari ed evitare la guerra civile. Intanto le Nazioni Unite hanno sollecitato
un'indagine sul massacro avvenuto a Duekoue, con almeno 170 morti, mentre crescono
le polemiche intorno alla presenza francese nel Paese. La missione di Parigi – secondo
il portavoce del presidente Gbagbo – "si comporta come un esercito di occupazione".
Salvatore Sabatino ne ha parlato con Massimo Nava, editorialista per
il Corriere della Sera e profondo conoscitore della politica estera di Parigi :
R. - Va assolutamente
sottolineato che la Francia agisce sotto mandato Onu, quindi non è assolutamente una
forza di occupazione: ha messo a diposizione i suoi soldati da un lato per proteggere
i moltissimi civili francesi che operano da anni in Costa d’Avorio, che è uno dei
principali partner commerciali della Francia, ma dall’altra, soprattutto, per dare
legittimità ed esecuzione al processo democratico avvenuto con le elezioni del novembre
scorso e la vittoria internazionalmente riconosciuta, sotto osservatori internazionali,
di Ouattara, che a questo punto non possiamo più chiamare presidente. Ho letto da
alcune dichiarazioni che i seguaci di Gbagbo accusano addirittura la Francia di essere
all’origine di un possibile nuovo Rwanda: mi pare, francamente, che sia proprio il
contrario.
D. – Alcuni osservatori dicono anche che l’Africa è l’argomento,
l’area su cui si gioca la rielezione di Sarkozy…
R. – Da un lato, come
sempre avviene in queste cose, credo che l’elemento elettorale e l’elemento di opinione
pubblica, rispetto alle ambizioni di un leader, siano nella logica delle cose. Da
questo a pensare, però, che ci sia un intervento militare in Libia o un coinvolgimento
diretto in Costa d’Avorio a soli fini elettorali, mi sembra francamente un po’ troppo.
E’ chiaro che la Francia, con Sarkozy, ha rivisto da tempo, non da oggi, la propria
politica estera nei confronti del continente africano, anche, ovviamente, con strategie
e interessi di ordine economico e commerciale, ma anche incoraggiando processi di
democratizzazione e processi di ricambio delle classi dirigenti. (bf)