Attentati kamikaze in Pakistan: nel mirino la minoranza sufi
In Pakistan almeno 7 persone sono morte in seguito ad un attacco suicida nel nord
ovest del Paese. L’azione terroristica, non ancora rivendicata, è stata compiuta vicino
ad una fermata degli autobus. E’ stato invece rivendicato dai talebani il duplice
attentato avvenuto ieri davanti ad un tempio sufi e costato la vita a 50 persone.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Al momento
dell’attacco, molti pellegrini si erano appena radunati davanti alla tomba di Ahmed
Sultan, un santo sufi del 13.mo secolo, noto con il nome di Sakhi Sarwar. Il duplice
attentato è stato rivendicato dai talebani, che considerano i sufi dei musulmani eretici.
L’attacco è avvenuto nel distretto centro-orientale di Dera Ghazi Khan, non lontano
dal confine con l’Afghanistan, dove sono attivi diversi gruppi di talebani. Nell’arco
di tre anni e mezzo sono stati compiuti in tutto il Pakistan 450 attentati kamikaze
costati la vita ad almeno 4.200 persone. Tra gli obiettivi di queste azioni perpetrate
da gruppi fondamentalisti di matrice islamica ci sono soprattutto fedeli e rappresentanti
di minoranze religiose. Anche il ministro per le minoranze religiose, il cattolico
Shahbaz Bhatti, è stato vittima dell’estremismo islamico. Prima di essere ucciso,
lo scorso 3 marzo, aveva più volte chiesto la modifica della legge sulla blasfemia
che prevede l’ergastolo in caso di dissacrazione del Corano e la pena di morte per
offese a Maometto. Ad un mese dal brutale omicidio del ministro cattolico, è stata
letta ieri, in tutte le parrocchie del Paese, la lettera pastorale dei vescovi
pakistani. Nonostante crescenti timori, incertezza e insicurezza, i cristiani
del Pakistan vivono la Quaresima nella fede e nella preghiera. La festa della Risurrezione
– si legge nella lettera – dà la forza per “una coraggiosa testimonianza cristiana”.
Sul
duplice attentato davanti al tempio sufi si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco
il direttore di AsiaNews, padre Bernardo Cervellera:
R. - L’attentato
è stato rivendicato praticamente dai talebani dicendo che i sufi sono una forma degradata
dell’islam e quindi vanno eliminati. I sufi sono una corrente mistica all’interno
dell’Islam, loro cercano il contatto mistico con il divino e questa cosa è “orripilante”
per un musulmano sunnita. Ci sono stati già altri attacchi contro santuari sufi in
passato, e ci sono anche attacchi contro diverse altre forme dell’Islam, per esempio
gli Ahmadi o gli sciiti. In più i talebani stanno cercando di creare una situazione
di guerra santa in tutto il Pakistan e quindi se la prendono con questi sufi e con
tutti coloro che considerano eretici.
D. - Gli estremisti islamici se
la prendono contro le minoranze religiose. Ieri, ad un mese dall’omicidio del Ministro
cattolico per le minoranze, Shahbaz Bhatti, è stata letta proprio una lettera dei
vescovi del Pakistan. Risuona questo messaggio di Bhatti in difesa delle minoranze
anche in tempo di Quaresima…
R. - Certo, questa uccisione di tanta gente
innocente che si è recata al santuario nel Punjab a pregare, nel santuario sufi, mostra
la lungimiranza dei vescovi cattolici e della comunità cattolica in Pakistan. Ricordano
che questo islam fondamentalista e questo lasciare spazio al fondamentalismo attraverso
la legge sulla blasfemia o altre leggi, va contro non soltanto i cattolici o i cristiani,
ma distrugge tutta la società.
D. - Il ministro Bhatti si era proprio
battuto per una modifica della legge sulla blasfemia. Oggi a che punto è questo percorso?
R.
- Purtroppo tutte le proposte di emendamento alla legge sulla blasfemia sono state
tolte perché il governo, che pure è salito al potere promettendo che avrebbe cambiato
o eliminato la legge, davanti alla pressione dei talebani e dei fondamentalisti ha
invece preferito cancellare tutte le proposte di emendamento. Quindi, attualmente,
siamo effettivamente in una situazione in cui il governo e la popolazione pakistana
è in ostaggio dei talebani. (ma)