2011-04-02 14:11:08

Tagikistan: denuncia di violazioni della libertà religiosa da parte del governo


In Tagikistan vi è una violenza sistematica della libertà religiosa per i credenti di qualsiasi confessione. E’ la denuncia dell’associazione “Forum 18”, che chiede un immediato intervento delle Nazioni Unite e degli organismi internazionali per frenare il governo tagiko, responsabile della violazione dei diritti umani dei fedeli al fine di assoggettare al pieno controllo statale ogni espressione religiosa. Secondo l'agenzia AsiaNews in un recente disegno di legge è previsto il divieto ai ragazzi sotto i 18 anni di partecipare a qualsiasi attività religiosa, compresi incontri di preghiera e catechismo, con la sola eccezione dei funerali. Per derogare a questo occorre un’autorizzazione ufficiale, della cui violazione sono responsabili i genitori. Dal 2007 le autorità tagike chiudono, confiscano e demoliscono chiese, moschee e anche l’unica sinagoga. Per tutti i gruppi religiosi è vietata qualsiasi attività senza previa autorizzazione e sono stati banditi i Testimoni di Geova e alcuni movimenti islamici e cristiani protestanti. Nel 2011 sono state chiuse cinquanta moschee “non autorizzate” e nel 2010, circa un centinaio di seguaci del movimento musulmano “Jamaat Tabligh” sono stati condannati a multe salate o al carcere da 3 a 6 anni, solo per essersi riuniti a pregare. Da gennaio è stato istituito il nuovo reato di “produzione, importazione, vendita e distribuzione di letteratura religiosa senza permesso”, punito con pesanti multe equivalenti ad anni del salario medio, anche per chi stampa questo materiale. Il Paese centro-asiatico è abitato da circa 7 milioni di persone, perlopiù musulmane, ed è governato dal 1992 da Emomali Rahmon, ex dirigente sovietico, da sempre timoroso che dai movimenti religiosi possano nascere gruppi in grado di contrastare il suo potere politico. (M.R.)







All the contents on this site are copyrighted ©.