2011-04-02 08:55:54

Sei anni fa la morte di Papa Wojtyla. Il cardinale Comastri: continua ad esortare tutti a non avere paura


Il 2 aprile di 6 anni fa, Giovanni Paolo II tornava alla Casa del Padre. Un anniversario che quest’anno viene illuminato dall’attesa gioiosa ed emozionata, in tutto il mondo, per la Beatificazione di Papa Wojtyla il prossimo primo maggio. Su questo straordinario binomio tra la morte e l’elevazione agli altari di Karol Wojtyla, Alessandro Gisotti ha intervistato il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:RealAudioMP3

R. – Dobbiamo riconoscere che il popolo di Dio, nel momento stesso della morte di Giovanni Paolo II ebbe la certezza che un Santo era entrato nel cielo. Del resto, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, l’8 aprile 2005, durante i solenni funerali in Piazza San Pietro, invocò la benedizione di Giovanni Paolo II dalla finestra del cielo, in un certo senso considerandolo già Santo. Tutti ricordiamo quelle toccanti parole: “Padre Santo, benediteci dalla finestra del cielo!”. Con la Beatificazione, la percezione del popolo di Dio viene confermata con un atto solenne e ufficiale dal Santo Padre.

D. – Come è noto, negli ultimi momenti della sua vita terrena Giovanni Paolo II disse: “Lasciatemi andare!”. Con questo “andare”, in questo “ritornare” dal Padre, Karol Wojtyla è però rimasto vivo con noi, forse in qualche modo anche più presente di prima …

R. – “Lasciatemi andare” ha un preciso significato: Giovanni Paolo II sentiva di essere già sulla soglia della Casa del Padre. Quelle parole, quelle espressioni erano l’ansia del cuore, la gioia – quasi – di affrettare il passo per andare da Gesù, preso per mano da Maria. Io ho immaginato, nella mia fantasia di fede, in quel momento, sono sicuro che sulla porta del Cielo c’era Maria. Maria, alla quale Giovanni Paolo II ha guardato costantemente e credo che Maria l’abbia abbracciato come l’abbracciò nel giorno dell’attentato per salvarlo.

D. – “Totus tuus ego sum”: la vita, il Pontificato di Giovanni Paolo II sono stati – sono! – nel segno di Maria. Ecco, questa Beatificazione può essere letta, in fondo, come un dono della Vergine alla Chiesa, a tutti i fedeli?

R. – Certamente! Giovanni Paolo II ha sentito tutta la sua vita legata a Maria. Il motto episcopale “Totus tuus” – tutto tuo, o Maria – è l’espressione della spiritualità di tutta la sua vita. Ma in particolare, dobbiamo dire che il suo Pontificato si è sviluppato sotto lo sguardo di Maria. Come non ricordare il 13 maggio del 1981? Il giorno in cui la Madonna appare per la prima volta a Fatima, un proiettile attraversa il corpo di Giovanni Paolo II ma non riesce ad ucciderlo. Fu Giovanni Paolo stesso a dire: “Una mano assassina sparò per uccidere, ma una mano materna mi ha fermato sulla soglia della morte”. Non può esserci altra lettura. Ma come non ricordare, anche, il 25 marzo 1984? Quel giorno in Piazza San Pietro, davanti all’immagine della Madonna di Fatima fatta venire appositamente a Fatima, il Papa – lo vedo ancora – in ginocchio, consacra la Russia al cuore immacolato di Maria; l’anno dopo – 1985 – va al potere Gorbaciov e inizia la “perestrojka”, il cambiamento dell’Est, la rivoluzione dell’Europa.

D. – Giovanni Paolo II sarà elevato all’onore degli altari da Benedetto XVI. Due Papi, due servitori della Chiesa, due amici, due personalità così legate tra loro: anche questo è un aspetto particolarmente significativo, si potrebbe dire provvidenziale …

R. – Io credo che sia la prima volta nella storia della Chiesa che un Papa abbia la gioia di dichiarare Beato il suo predecessore. Certamente, sarà un’emozione straordinaria per Benedetto XVI, ma sarà anche una sicurezza spirituale! Giovanni Paolo II ora, dal cielo, protegge i passi del suo successore e lo conforta nelle sfide che oggi la Chiesa deve affrontare. Il Papa, proprio nei primi discorsi, disse: “Mi sembra di sentire ancora la sua voce che mi dice: ‘Non avere paura!’”, quell’invito, quell’imperativo che il Papa rivolse al mondo intero, ai cristiani sparsi nel mondo intero. “Non abbiate paura!”: ora sicuramente, dal cielo, lo dice anche a Benedetto XVI in questo momento drammatico della storia, in questo momento in cui il mare della storia sembra veramente in tempesta. Aggrappati a Gesù, sotto lo sguardo di Maria, possiamo attraversare tutte le tempeste della storia, sicuri di giungere al porto di Dio. (gf)







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