Sei anni fa la morte di Papa Wojtyla. Il cardinale Comastri: continua ad esortare
tutti a non avere paura
Il 2 aprile di 6 anni fa, Giovanni Paolo II tornava alla Casa del Padre. Un anniversario
che quest’anno viene illuminato dall’attesa gioiosa ed emozionata, in tutto il mondo,
per la Beatificazione di Papa Wojtyla il prossimo primo maggio. Su questo straordinario
binomio tra la morte e l’elevazione agli altari di Karol Wojtyla, Alessandro Gisotti
ha intervistato il cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato
della Città del Vaticano:
R. – Dobbiamo
riconoscere che il popolo di Dio, nel momento stesso della morte di Giovanni Paolo
II ebbe la certezza che un Santo era entrato nel cielo. Del resto, l’allora cardinale
Joseph Ratzinger, l’8 aprile 2005, durante i solenni funerali in Piazza San Pietro,
invocò la benedizione di Giovanni Paolo II dalla finestra del cielo, in un certo senso
considerandolo già Santo. Tutti ricordiamo quelle toccanti parole: “Padre Santo, benediteci
dalla finestra del cielo!”. Con la Beatificazione, la percezione del popolo di Dio
viene confermata con un atto solenne e ufficiale dal Santo Padre.
D.
– Come è noto, negli ultimi momenti della sua vita terrena Giovanni Paolo II disse:
“Lasciatemi andare!”. Con questo “andare”, in questo “ritornare” dal Padre, Karol
Wojtyla è però rimasto vivo con noi, forse in qualche modo anche più presente di prima
…
R. – “Lasciatemi andare” ha un preciso significato: Giovanni Paolo
II sentiva di essere già sulla soglia della Casa del Padre. Quelle parole, quelle
espressioni erano l’ansia del cuore, la gioia – quasi – di affrettare il passo per
andare da Gesù, preso per mano da Maria. Io ho immaginato, nella mia fantasia di fede,
in quel momento, sono sicuro che sulla porta del Cielo c’era Maria. Maria, alla quale
Giovanni Paolo II ha guardato costantemente e credo che Maria l’abbia abbracciato
come l’abbracciò nel giorno dell’attentato per salvarlo.
D. – “Totus
tuus ego sum”: la vita, il Pontificato di Giovanni Paolo II sono stati – sono! – nel
segno di Maria. Ecco, questa Beatificazione può essere letta, in fondo, come un dono
della Vergine alla Chiesa, a tutti i fedeli?
R. – Certamente! Giovanni
Paolo II ha sentito tutta la sua vita legata a Maria. Il motto episcopale “Totus tuus”
– tutto tuo, o Maria – è l’espressione della spiritualità di tutta la sua vita. Ma
in particolare, dobbiamo dire che il suo Pontificato si è sviluppato sotto lo sguardo
di Maria. Come non ricordare il 13 maggio del 1981? Il giorno in cui la Madonna appare
per la prima volta a Fatima, un proiettile attraversa il corpo di Giovanni Paolo II
ma non riesce ad ucciderlo. Fu Giovanni Paolo stesso a dire: “Una mano assassina sparò
per uccidere, ma una mano materna mi ha fermato sulla soglia della morte”. Non può
esserci altra lettura. Ma come non ricordare, anche, il 25 marzo 1984? Quel giorno
in Piazza San Pietro, davanti all’immagine della Madonna di Fatima fatta venire appositamente
a Fatima, il Papa – lo vedo ancora – in ginocchio, consacra la Russia al cuore immacolato
di Maria; l’anno dopo – 1985 – va al potere Gorbaciov e inizia la “perestrojka”, il
cambiamento dell’Est, la rivoluzione dell’Europa.
D. – Giovanni Paolo
II sarà elevato all’onore degli altari da Benedetto XVI. Due Papi, due servitori della
Chiesa, due amici, due personalità così legate tra loro: anche questo è un aspetto
particolarmente significativo, si potrebbe dire provvidenziale …
R.
– Io credo che sia la prima volta nella storia della Chiesa che un Papa abbia la gioia
di dichiarare Beato il suo predecessore. Certamente, sarà un’emozione straordinaria
per Benedetto XVI, ma sarà anche una sicurezza spirituale! Giovanni Paolo II ora,
dal cielo, protegge i passi del suo successore e lo conforta nelle sfide che oggi
la Chiesa deve affrontare. Il Papa, proprio nei primi discorsi, disse: “Mi sembra
di sentire ancora la sua voce che mi dice: ‘Non avere paura!’”, quell’invito, quell’imperativo
che il Papa rivolse al mondo intero, ai cristiani sparsi nel mondo intero. “Non abbiate
paura!”: ora sicuramente, dal cielo, lo dice anche a Benedetto XVI in questo momento
drammatico della storia, in questo momento in cui il mare della storia sembra veramente
in tempesta. Aggrappati a Gesù, sotto lo sguardo di Maria, possiamo attraversare tutte
le tempeste della storia, sicuri di giungere al porto di Dio. (gf)