2011-04-02 15:40:51

Scontri in Costa d'Avorio: 800 morti a Duékoué


Non c’è tregua alle violenze in Costa d’Avorio, dove il presidente uscente Gbagbo, sconfitto alle ultime elezioni, non intende lasciare il potere. Nel Paese intanto è guerra civile: le forze del presidente eletto Quattara controllano la capitale economica Abidjan e sarebbero a un passo dalla vittoria, ma stamane le truppe fedeli a Gbagbo in un messaggio alla tv si stato hanno chiamato alla mobilitazione in difesa delle “istituzioni della Repubblica”. La comunità internazionale chiede il passaggio di consegne a Ouattarà, ma secondo l'Onu entrambi i leader hanno "violato i diritti umani". Intanto la Croce riferisce di 800 morti negli ultimi 5 giorni. Il servizio di Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

L’appello della comunità internazionale è pressante. Si chiede al presidente uscente della Costa D'Avorio, Laurent Gbagbo, di “dimettersi immediatamente” per lasciare la guida del Paese al presidente eletto, internazionalmente riconosciuto, Alassane Ouattara, vincitore delle elezioni del novembre scorso. Una richiesta corale che viene da Onu, Unione Africana, Stati Uniti e Francia. E proprio il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha avuto ieri un colloquio telefonico con il legittimo presidente Ouattara, per fare il punto sulla grave crisi nel Paese e ribadire l’impegno delle forze francesi a sostegno delle operazioni dell'Onu e per garantire la sicurezza dei civili. La vittoria di Ouattarà è “vitale per la pace e la riconciliazione nazionale”, si legge in una nota dell’Eliseo. Nel documento si esprime anche preoccupazione per i violenti scontri e si annuncia l’ampliamento del contingente francese, che passa da 900 a 1100 soldati. Intanto sul terreno cresce il bilancio delle vittime: almeno 800 persone sono state uccise negli ultimi cinque giorni in un quartiere della cittadina di Duékoué. Lo riferisce il Comitato internazionale della Croce Rossa che parla di un massacro “particolarmente scioccante per ampiezza e brutalità”. Ribadendo la condanna degli attacchi diretti contro civili, la Croce Rosse ha ricordato “l'impegno e l'obbligo delle parti in conflitto di assicurare in ogni circostanza la protezione delle popolazioni sul territorio che controllano”.







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