India: appello della Chiesa per la tutela delle popolazioni indigene
Il governo federale indiano deve implementare le leggi a tutela degli aborigeni: lo
hanno chiesto esponenti cristiani ed attivisti dei diritti umani durante l’Assemblea
delle popolazioni tribali svoltasi dal 28 al 30 marzo scorsi. In particolare, nella
risoluzione approvata al termine dei lavori, cristiani ed attivisti hanno raccomandato
all’esecutivo di non sradicare i nativi dalla loro terra d’origine, di includere le
popolazioni tribali come partner nello sviluppo e di rilanciare un’agricoltura sostenibile.
Il memorandum approvato verrà poi presentato al presidente indiano Pratibha Patil
e al primo ministro Manmohan Singh. “Risoluzioni come questa – ha detto padre Marianus
Kujur, che dirige l’unità tribale dell’Istituto sociale indiano della Compagnia di
Gesù – daranno alla popolazione indigena una piattaforma di dialogo e di rivendicazione”.
Quindi, il religioso ha sottolineato come troppo spesso gli aborigeni vengano allontanati
dalle loro terre d’origine perché sfollati, migranti o oggetti di tratta degli esseri
umani. Secondo la Conferenza episcopale cattolica dell’India, invece, le popolazioni
tribali - dette “adivasis” – devono portare a termine l’integrazione senza fare violenza
alla propria ricchezza culturale ed affrontando le sfide della povertà, dell’analfabetismo
e del pregiudizio sociale. Infine, qualche dato: secondo il censimento 2001 dell’India,
il Paese conta 86 milioni di popolazioni tribali. (I.P.)