2011-04-02 10:26:36

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa quarta Domenica di Quaresima, la liturgia ci propone il Vangelo del cieco nato guarito da Gesù. Una guarigione contestata dai farisei, contro tutte le evidenze, perché avvenuta in giorno di sabato. Gesù afferma di essere venuto nel mondo “perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi”. I farisei replicano: “Siamo ciechi anche noi?”. E Gesù risponde:

«Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: ‘Noi vediamo’, il vostro peccato rimane».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Un cieco che comincia a vederci grazie ad un intervento prodigioso di Gesù, e dei presunti vedenti che continuano a negare l’evidenza, fino al ridicolo. Questo ci presenta il lungo testo del Vangelo di oggi, fermandosi sulle quattro inchieste che fanno i capi per rifiutare di riconoscere in Gesù un inviato da Dio. Ci sono dei momenti anche drammatici: i genitori del cieco che non gioiscono per il figlio guarito, per timore di essere espulsi; il cieco stesso caparbio e audace che ragiona con la sua testa e non si fa intimorire, ma paga con l’espulsione la sua libertà. Progressivamente il cieco si avvicina alla luce piena della fede, e in parallelo i farisei si chiudono nei loro pregiudizi e nelle loro certezze fanatiche. Quello che più impressiona in tutta la scena movimentata è che il giudizio e l’inchiesta avvengono senza interpellare Gesù: un processo in contumacia, una condanna stabilita prima di sapere bene i fatti. Il sapere dei farisei – ben tre volte ripetono che loro sanno – e la loro autorità dispotica, non servono alla verità e al bene, ma solo a difendere il loro prestigio, anche contro ogni evidenza. Ciechi, guide cieche e fanatiche, specchio di certi nostri pregiudizi ridicoli e condanne precipitose. Forse a volte non siamo così ciechi anche noi?







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