Si è concluso il Sinodo anglicano dell’Africa occidentale
Mettersi al servizio dell’uomo globale e in questo modo costruire, insieme, una società
più giusta, solidale e pacifica: è questo il messaggio finale del sinodo della comunità
anglicana dell’Africa occidentale, che si è appena concluso a Conakry, in Guinea.
Come riferisce L’Osservatore Romano, nel corso del sinodo è stata condotta e condivisa
un’analisi sulla situazione della regione, profondamente segnata dalla povertà che
crea all’interno delle società “esclusione ed emarginazione”. I presuli, inoltre,
hanno evidenziato la contraddizione macroscopica tra tale povertà e la ricchezza,
invece, di risorse naturali e minerali, come l’oro, la manganese, la bauxite, i diamanti,
il petrolio e il terreno fertile, che però non riescono a essere sfruttate pienamente
a vantaggio della popolazione a causa di piaghe sociali quali il non rispetto della
vita umana, l’instabilità della vita politica che impone sofferenze ai cittadini,
gli attentati alla proprietà e le difficoltà abitative. Un altro aspetto accuratamente
affrontato è quello della situazione sociosanitaria dell’area, dove sono molto diffuse
l’aids e altre malattie prevenibili, che qui, però, sono attive a causa di un’assoluta
mancanza di mezzi e strutture adeguate e di una consona opera di prevenzione. Il sinodo,
però, si è concluso anche con un messaggio di speranza, ben riassunto dallo slogan
“la Guinea un laboratorio del Vangelo” e con un’esortazione a tutti i cristiani a
vivere il proprio impegno di fede ricercando un dialogo comune fondato sulla Sacra
Scrittura e su un’analisi della realtà finalizzata a “porre al centro la salvezza
dell’uomo e la sua inviolabile dignità in quanto portatore dell’immagine di Cristo”.
(R.B.)