Il cardinale Koch: la sfida per le Chiese è avere una sola voce nelle grandi questioni
etiche
La grande sfida oggi per le Chiese cristiane è quella di “parlare con una sola voce
davanti alle grandi problematiche etiche del nostro tempo”. Ad indicarla, all’interno
di un lungo ed articolato intervento ripreso dall'agenzia Sir, dedicato agli “Sviluppi
ecumenici e nuove sfide” è stato il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio
Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, intervenendo ieri a Venezia
ad un convegno promosso dall’Istituto San Bernardino. “Nel corso degli ultimi anni
e degli ultimi decenni, nell’ecumenismo sono emerse in campo etico fortissime tensioni
e divergenze”. Il cardinale ha fatto riferimento a quelle “diventate particolarmente
visibili all’interno della Comunione anglicana mondiale, dove hanno originato una
dolorosa divisione, spingendo gruppi interi di fedeli, insieme ai loro parroci e vescovi,
ad entrare nella Chiesa cattolica”. In realtà – ha poi aggiunto – “risposte divergenti
a sfide bioetiche e di etica sociale” sono presenti” anche in altre Chiese e Comunità
ecclesiali”. Particolarmente sentita, a questo riguardo, è “la problematica dell’omosessualità
, sia che si parli di ammissione di omosessuali praticanti ai ministeri ecclesiali
che di benedizione di unioni omosessuali. Sembra paradossale – commenta il cardinale
Koch – che, mentre si è riusciti in parte a superare vecchie opposizioni confessionali
riguardanti le posizioni di fede o perlomeno ad operare reciproci avvicinamenti, oggi
affiorino soprattutto grandi divergenze sulle questioni etiche. Mentre in una fase
precedente del movimento ecumenico, vigeva il motto: ‘La fede divide e l’agire unisce’,
oggi sembra essere vero l’esatto contrario: è soprattutto l’etica che divide, mentre
la fede unisce. Ma se le Chiese e le Comunità cristiane non riusciranno a parlare
con una sola voce davanti alle grandi problematiche etiche del nostro tempo, allora
ciò nuocerà alla credibilità dell’ecumenismo cristiano stesso nelle odierne società.
Poiché dietro tali problemi si celano questioni che riguardano il concetto di uomo,
il grande compito del futuro che spetterà all’ecumenismo, sarà quello di elaborare
una antropologia cristiana comune”.