I vescovi del Nicaragua contro la rielezione di Ortega: viola la Costituzione
Diversi vescovi del Nicaragua, associazioni imprenditoriali e territoriali, uomini
di cultura e intellettuali, hanno ribadito in queste ore il loro timore per ciò che
potrebbe accadere domani nella capitale Managua, dove sono previste due marce: una
in favore della rielezione del Presidente Daniel Ortega, e un’altra contro la sua
candidatura che, giorni fa, l’episcopato ha definito “incostituzionale e illegale”.
Il Paese da mesi è paralizzato sulla questione e nelle ultime settimane il clima di
violenza verbale ha preso il sopravvento. Il Presidente, infatti, ha deciso di presentare
la propria candidatura alla rielezione, anche se l’articolo 147 della Costituzione
vieta espressamente a chiunque di essere eletto più di due volte e per due mandati
consecutivi. Ortega ha già avuto due mandati: il primo, tra il 1985 e il 1990, subito
dopo la caduta della dittatura dei Somoza, e quello attuale, che terminerà all’inizio
del 2012. Tuttavia, sei giudici della Corte suprema, da lui nominati, per motivi non
del tutto chiari hanno dichiarato il divieto inapplicabile al caso in questione, aprendo
di fatto le porte alla nuova candidatura del governante in carica. La sua candidatura,
quindi, ha diviso il Paese: una parte ritiene che si stiano violando la Costituzione
e altri leggi, ma per ora non sembra che si possa arrivare a un dialogo e nessuno
sembra voler fare un passo indietro. Poche ore fa la Unión Ciudadana por la Democracia
(Ucd), ha ribadito di aver organizzato la “Marcia per la pace e contro la rielezione”
e lo stesso hanno fatto i settori sandinisti che, invece, sostengono il governo e
desiderano la rielezione di Daniel Ortega il prossimo 6 novembre. Mons. Silvio Báez,
vescovo ausiliare di Managua, ha detto che i “pastori cattolici nutrono grande preoccupazione
per ciò che potrebbe accadere domani, in particolare per eventuali scontro violenti
che potrebbero avere gravi conseguenze”. Il cardinale Miguel Obando Bravo, arcivescovo
emerito della capitale, ha espresso le medesime angosce: “Abbiamo già vissuto due
guerre e si è trattato di cose che ci hanno fatto pagare prezzi molto alti”. “La
violenza genera sempre altra violenza”, ha ricordato, chiedendo a tutti di cominciare
una cammino diverso “evitando, in primo luogo l’insulto e ogni altra violenza verbale”.
Infine, il vescovo emerito mons. Bernardo Hombach ha voluto rilevare che “tutti i
cittadini nicaraguensi, sostenitori e oppositori del governo, hanno il diritto a esprimere
le loro opinioni, ma ciò deve essere fatto in modo civile e pacifico, altrimenti non
faremmo altro che seminare violenza per il futuro”. (A cura di Luis Badilla)