Malaysia. I cristiani al governo: no alla scritta discriminatoria sulle Bibbie
La Federazione cristiana della Malaysia ha rifiutato la proposta del governo di sbloccare
35mila Bibbie stampigliando sulla copertina la frase: “Per la cristianità”. I libri,
in lingua Malay, sono bloccati dal 2009 nel porto d’arrivo. Il governo in precedenza
aveva deciso di sbloccarli, ma stampigliandovi sopra un numero seriale e la scritta:
“Solo per i cristiani”. La diatriba nasce dalla decisione del governo di proibire
l’uso del termine “Allah” per definire Dio da parte di non musulmani. La magistratura
- riferisce l'agenzia AsiaNews - ha dato torto al governo su questo punto; ma l’udienza
di appello deve essere ancora fissata. I cristiani malaysiani sostengono che non devono
esserci “restrizioni, proibizioni o proscrizioni” nell’uso dei libri sacri. Il governo
vuole imporre una scritta sulle Bibbie, stampate in Indonesia, per ridurre il rischio
che i musulmani possano convertirsi. La Bible society of Malaysia, che importa e distribuisce
le Bibbie, ha preso carico di una spedizione di cinquemila Bibbie “deturpate” dalle
scritte governative il 28 marzo. Il segretario generale della società, Simon Wong,
ha dichiarato che “non possono esser vendute ad acquirenti cristiani” nel loro stato
attuale. “Invece saranno custodite rispettosamente come pezzi da museo, una testimonianza
delle Chiese cristiane in Malaysia”. Il presidente della Federazione cristiana della
Malaysia, il vescovo Ng Moon Hing, ha denunciato che “c’è una sistematica e progressiva
riduzione dello spazio pubblico per praticare, professare ed esprimere la nostra fede.
E’ stato ristretta progressivamente la possibilità di indossare e esporre croci e
altri simboli religiosi, usare termini religiosi e costruire luoghi di culto”. (R.P.)