La solidarietà della Chiesa in Giappone per le vittime dello tsunami
Mentre cresce la preoccupazione in Giappone per il pericolo delle radiazioni nell’area
circostante la centrale nucleare di Fukushima, la Chiesa locale – riferisce l’agenzia
AsiaNews - continua ad inviare volontari e aiuti nelle aree dello tsunami per soccorrere
gli sfollati, che mancano di alimenti, gasolio e gas. Nelle zone a nord est di Sendai
i cattolici che non hanno sofferto danni fisici o materiali, stanno dando ospitalità
alla popolazione più colpita e la Chiesa ha messo a disposizione conventi e scuole
per dare rifugio a donne con figli piccoli. La diocesi di Sendai ha aperto a Shiogama
(15 km da Sendai) e a Ishinomaky (52 Km a nord di Sendai) due Centri per il reclutamento
di volontari, che si aggiungono a quello organizzato nel capoluogo. A Shiogama gruppi
di giovani universitari coordinati da padre Josè Alfredo Gonzales, missionario di
Guadalupe, aiutano le autorità a sgombrare strade e case dalle tonnellate di detriti
e sabbia marina lasciati dallo tsunami. A Ishinomaky, oltre allo sgombero delle macerie,
i volontari stanno visitando gli sfollati per verificare le loro condizioni mediche
e fornire, se necessario, cure immediate presso il centro medico e psicologico allestito
nella zona. I cattolici hanno anche iniziato a riparare parte degli edifici religiosi
danneggiati dallo tsunami. Nella parrocchia di Sukagawa diversi fedeli hanno rimandato
la ricostruzione delle loro case per sgomberare dalle macerie e raccogliere il materiale
necessario a riparare la chiesa. (R.G.)