Il dicastero per il Dialogo Interreligioso ai buddisti per la festa del Vesahk: amicizia
e rispetto, "via d'oro" per la pace
Il dialogo fra le diverse fedi è la “scelta alternativa” per la pace. È la convinzione
che il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso esprime nel Messaggio per
la prossima festa buddista del Vesahk, che la maggior parte dei Paesi orientali
celebrerà in date diverse tra aprile e maggio. Il servizio di Alessandro De Carolis:
La via è
“d’oro” perché punta ai valori più alti: la pace, il bene comune. Ed è una via che
si sceglie di percorrere nel rispetto reciproco. Offrire questa testimonianza al mondo
è mostrare che popoli e fedi diverse possono vivere in concordia. È lo spirito di
fondo che pervade il Messaggio del dicastero pontificio per il Dialogo Interreligioso,
inviato agli “amici buddisti” alla vigilia dell’annuale festa del Vesahk. “Nel
mondo d’oggi, segnato da forme di secolarismo e fondamentalismo che sono spesso nemiche
della vera libertà e dei valori spirituali, il dialogo interreligioso – si legge nel
Messaggio – può essere la scelta alternativa con la quale troviamo la ‘via d’oro’
per vivere in pace e lavorare insieme per il bene comune”. Il dialogo, si afferma,
“è anche un potente stimolo a rispettare i fondamentali diritti umani della libertà
di coscienza e della libertà di culto. Quando la libertà religiosa è effettivamente
riconosciuta, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice”.
Il
Messaggio, firmato dal cardinale Jean-Louis Tauran e dall’arcivescovo Pierluigi Celata,
presidente e segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, si
sofferma sul rapporto fra pace, verità e libertà. “Condizione necessaria per
perseguire una pace autentica – si legge – è l’impegno a cercare la verità”. Questa
naturale “tensione umana verso la verità – asserisce il dicastero vaticano – offre
ai seguaci delle diverse religioni una felice opportunità di incontro in profondità
e di crescita nel reciproco apprezzamento per i doni di ciascuno”. E le ricadute sociali
sono altrettanto importanti, perché la “sincera ricerca” di ciò che è vero
e buono rafforza la coscienza morale e le istituzioni civili, mentre “la giustizia
e la pace sono fermamente stabilite”.
Il Messaggio si conclude con l’augurio
che la celebrazione del Vesakh sia “fonte di arricchimento spirituale” e “occasione
per dare nuovo slancio alla ricerca della verità”, al fine di “mostrare compassione
verso tutti coloro che soffrono” e l’impegno a “vivere insieme in armonia”. La festa
del Vesakh è caratterizzata da una data mobile. Quest'anno sarà celebrata,
secondo le differenti tradizioni, l'8 aprile in Giappone e il 10 maggio in Corea,
Cina, Taiwan, Vietnam, Singapore per i buddisti “mahayana”. Il 17 maggio verrà celebrata
invece per i buddisti della scuola "theravada", in Paesi come la Thailandia, lo Sri
Lanka, la Cambogia, la Birmania, il Laos ecc.