2011-03-31 12:32:02

Il dicastero per il Dialogo Interreligioso ai buddisti per la festa del Vesahk: amicizia e rispetto, "via d'oro" per la pace


Il dialogo fra le diverse fedi è la “scelta alternativa” per la pace. È la convinzione che il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso esprime nel Messaggio per la prossima festa buddista del Vesahk, che la maggior parte dei Paesi orientali celebrerà in date diverse tra aprile e maggio. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

La via è “d’oro” perché punta ai valori più alti: la pace, il bene comune. Ed è una via che si sceglie di percorrere nel rispetto reciproco. Offrire questa testimonianza al mondo è mostrare che popoli e fedi diverse possono vivere in concordia. È lo spirito di fondo che pervade il Messaggio del dicastero pontificio per il Dialogo Interreligioso, inviato agli “amici buddisti” alla vigilia dell’annuale festa del Vesahk. “Nel mondo d’oggi, segnato da forme di secolarismo e fondamentalismo che sono spesso nemiche della vera libertà e dei valori spirituali, il dialogo interreligioso – si legge nel Messaggio – può essere la scelta alternativa con la quale troviamo la ‘via d’oro’ per vivere in pace e lavorare insieme per il bene comune”. Il dialogo, si afferma, “è anche un potente stimolo a rispettare i fondamentali diritti umani della libertà di coscienza e della libertà di culto. Quando la libertà religiosa è effettivamente riconosciuta, la dignità della persona umana è rispettata nella sua radice”.

Il Messaggio, firmato dal cardinale Jean-Louis Tauran e dall’arcivescovo Pierluigi Celata, presidente e segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, si sofferma sul rapporto fra pace, verità e libertà. “Condizione necessaria per perseguire una pace autentica – si legge – è l’impegno a cercare la verità”. Questa naturale “tensione umana verso la verità – asserisce il dicastero vaticano – offre ai seguaci delle diverse religioni una felice opportunità di incontro in profondità e di crescita nel reciproco apprezzamento per i doni di ciascuno”. E le ricadute sociali sono altrettanto importanti, perché la “sincera ricerca” di ciò che è vero e buono rafforza la coscienza morale e le istituzioni civili, mentre “la giustizia e la pace sono fermamente stabilite”.

Il Messaggio si conclude con l’augurio che la celebrazione del Vesakh sia “fonte di arricchimento spirituale” e “occasione per dare nuovo slancio alla ricerca della verità”, al fine di “mostrare compassione verso tutti coloro che soffrono” e l’impegno a “vivere insieme in armonia”. La festa del Vesakh è caratterizzata da una data mobile. Quest'anno sarà celebrata, secondo le differenti tradizioni, l'8 aprile in Giappone e il 10 maggio in Corea, Cina, Taiwan, Vietnam, Singapore per i buddisti “mahayana”. Il 17 maggio verrà celebrata invece per i buddisti della scuola "theravada", in Paesi come la Thailandia, lo Sri Lanka, la Cambogia, la Birmania, il Laos ecc.







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