2011-03-30 15:05:09

Berlusconi a Lampedusa: in 48-60 ore, lo sgombero completo dei migranti


Lampedusa ritornerà agli isolani in poco più di due giorni. Lo ha promesso il premier italiano Silvio Berlusconi appena arrivato sull’isola siciliana, nel giorno in cui approdano anche le 6 navi che porteranno altrove gli oltre 6 mila tunisini sbarcati in questi giorni. A ribadire invece che Lampedusa è una frontiera d’Europa e che il problema migratorio non è solo italiano è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che auspica soluzioni condivise. Il servizio è di Massimiliano Menichetti.RealAudioMP3

Entro 48-60 ore Lampedusa tornerà agli isolani. Così, il premier Berlusconi, arrivato sull’isola siciliana per fare il punto della situazione e portare risposte concrete alla popolazione che in queste settimane ha accolto un flusso di migranti che oggi conta 6200 presenze tunisine. Dal palco allestito davanti al Municipio, il premier ha ribadito che verrà chiesto all’Ue la creazione di una zona franca, che è allo studio una moratoria fiscale per i lampedusani, che saranno stanziati fondi straordinari. Ha confermato, da subito, un pieno impegno per la pulizia dell'isola, che una nave stazionerà per trasferire i nuovi arrivati e che Lampedusa sarà candidata per il Nobel per la pace. Di fronte al molo nuovo, invece, centinaia di migranti attendono di essere imbarcati su una delle cinque navi civili, più la militare San Marco che faranno rotta, tra l’altro, verso la Puglia, la Sicilia, la Calabria. Lampedusa, che non ha mai smesso di assistere i migranti nonostante le contestazioni contro i piani di decongestionamento finora inefficaci, spera adesso di far ripartire la macchina del turismo, primo pilastro della sua economia. In questo scenario giunge l’eco delle parole del presidente della Repubblica Napolitano che, dagli Stati Uniti, auspica che l’Europa affronti in maniera coesa la questione immigrazione anche a fronte della complessa situazione libica. Ma come sta intervenendo l’Europa? Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati.

R. – L’Unione europea e anche la Commissione europea potrebbero essere un po’ più incisivi. I commissari Malmström e Füle hanno fatto una visita in Egitto e andranno anche in Tunisia … Però bisogna regolare la situazione degli arrivi nel Mediterraneo, arrivi prima dalla Tunisia e da sabato scorso si registrano anche direttamente dalla Libia. Si parla già di un numero elevato di eritrei, somali e subsahariani. Bisogna regolare la situazione a livello comunitario coinvolgendo gli altri Paesi.

D. – Da un lato, si sottolinea la necessità di un intervento economico da parte dell’Unione europea, dall’altro si sottolinea la necessità di inquadrare bene lo status di chi arriva. Quale potrebbe essere una proposta concreta su queste due linee?

R. – Bisognerebbe attivare la direttiva comunitaria 2001 sulla protezione temporanea nei confronti di tutti quelli che in questo periodo arrivano dal Nordafrica, senza fare necessariamente distinzione tra tunisini, libici e rifugiati provenienti dall’Africa subsahariana; attivare il meccanismo della protezione temporanea che garantisce per un anno, a tutti quelli che arrivano, un permesso di soggiorno o in Francia o in Italia e negli altri Paesi dell’Unione e che automaticamente sbloccherebbe anche fondi comunitari. In questo momento non è possibile lasciare i tunisini irregolari, come clandestini - sia da noi, sia in Francia - e minacciare espulsioni di massa che, comunque, non sono fattibili perché l’accordo di riammissione tra l’Italia e la Tunisia prevede un tetto massimo di otto persone al giorno.

D. – Il Nordafrica e parte del Medio Oriente stanno vivendo un vento di rinnovamento. Qual è, secondo lei, la sfida dell’Europa di fronte a questa realtà?

R. – Dobbiamo pensare in modo strategico, a lungo termine, e quindi rafforzare finalmente i rapporti tra l’Unione Europea e il mondo arabo e il Mediterraneo del Sud. (bf)







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