Sudan: il “Catholic Relief Services” riprende le sue operazioni umanitarie in Darfur
Il “Catholic Relief Services” (Crs) ha annunciato ieri di avere ripreso le sue operazioni
umanitarie in Darfur, sospese a gennaio dopo l’evacuazione del suo personale da un’area
remota della parte occidentale della regione. Tre giorni fa – riferisce l’agenzia
Cns - la portavoce dell’organizzazione caritativa dei vescovi statunitensi Sara Fajardo
aveva comunicato di avere ricevuto dal governo di Khartoum l’ordine di lasciare il
Sudan, in quanto non poteva garantire la sicurezza del suo staff che aveva ricevuto
minacce, perché accusato di avere distribuito Bibbie. Un’accusa totalmente infondata,
ha dichiarato la stessa portavoce. Il Crs che lavora in Sudan dal 1972 è presente
nel Darfur dal 2004 ed è una delle poche Ong a non essere stata ancora allontanata
dal governo. L’ultima ad essere stata espulsa è “Médecins du Monde” a causa di un
presunto “sostegno” ai gruppi ribelli della regione. Secondo il Crs, se avesse sospeso
il suo programma alimentare nella regione 400mila persone sarebbero ora senza aiuto.
Intanto, non si ferma l’esodo dal Darfur a causa degli scontri tra il governo e i
separatisti: secondo l’Onu sono circa 70mila le persone che da gennaio hanno lasciato
le loro case. Essi si aggiungono ai quasi 2 milioni gli sfollati usciti dal Darfur
dall’inizio degli scontri nel 2003. Per le violenze – lo ricordiamo - il Presidente
Omar al-Bashir deve rispondere di “crimini contro l’umanità” al Tribunale Penale
Internazionale dell’Aja. (L.Z.)