L’istituzione di un nuovo organismo collegiale al fine di svolgere regolari consultazioni
tra i presidenti di tutte le commissioni sinodali. E’ quanto ha deciso, nei giorni
scorsi, il sinodo della Chiesa ortodossa russa, riunitosi a Mosca sotto la presidenza
del Patriarca Kirill. L’idea di un Consiglio ecclesiale supremo — questo il nome della
nuova struttura — risale al 1917, quando il Consiglio ecclesiale di tutta la Russia
stabilì la creazione di un organismo simile, idea poi tramontata a causa della “rivoluzione
d’ottobre”, a cui seguirono decenni di persecuzioni per la Chiesa ortodossa, da parte
del regime sovietico. A febbraio il Consiglio episcopale, venendo incontro al desiderio
del Patriarca Kirill, ha ripreso in mano il progetto. Nella prossima riunione verrà
approvata la relativa normativa e si conoscerà la composizione ufficiale del Consiglio
ecclesiale supremo. Ne dovrebbero comunque far parte diciotto membri: tra questi,
il metropolita di Volokolamsk, Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni
ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, l’arciprete Vsevolod Chaplin, responsabile
del Dipartimento sinodale per le relazioni tra Chiesa e società, e Vladimir Legoida,
capo del Dipartimento per l’informazione, unico laico. I membri verranno nominati
dal Patriarca Kirill, che presiederà anche il nuovo organismo. Il sinodo – ricorda
l’Osservatore Romano - ha provveduto inoltre alla nomina dell’igumeno Filarete (Bulekov),
fino ad ora rappresentante della Chiesa ortodossa russa al Consiglio d’Europa, a vice-presidente
del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. Al suo posto, a Strasburgo,
andrà l’igumeno Filippo (Riabykh), attuale vice-presidente del dicastero. La riunione
ha affrontato diversi temi: dalla vita interna del Patriarcato alle relazioni esterne,
dai rapporti tra Chiesa e società all’educazione teologica). All’esame del sinodo
anche le procedure, più uniformi e trasparenti, relative alla perdita dei titoli e
all’interdizione dei chierici. Presi in considerazione inoltre gli emendamenti al
testo concernente le lettere di ordinazione, tenendo conto delle decisioni prese a
febbraio dal Consiglio episcopale riguardo il clero celibatario. E sempre dei giorni
scorsi è l’annuncio che sessanta nuove chiese saranno presto costruite a Mosca su
terreni liberi del Comune. A dare la notizia è stato lo stesso sindaco di Mosca, Sergey
Sobianin, dopo un incontro con il Patriarca Kirill. Il primo edificio potrebbe sorgere
in prossimità del teatro Dubrovka, dove, nell’ottobre 2002, morirono 130 persone tenute
in ostaggio da un commando armato ceceno. La chiesa verrà edificata in memoria delle
vittime. “Salutiamo questa decisione senza precedenti”, ha commentato il portavoce
del Patriarcato, padre Vladimir Vigiljanskij, secondo cui, nella capitale russa, c’è
una chiesa ortodossa ogni venticinquemila abitanti contro una media di una per diecimila
abitanti nel resto del Paese. Dopo ottant’anni di ateismo sovietico, ha detto ancora
il portavoce, “Mosca conta oggi trecentocinquanta chiese ortodosse, ossia un numero
cinque volte inferiore rispetto a prima della rivoluzione bolscevica” del 1917. (G.P.)