2011-03-28 12:15:05

“Igino Giordani e la sua Tivoli”: in un volume la storia del deputato cofondatore del Movimento dei Focolari


Tutti gli uomini sono figli di Dio e perciò fratelli tra loro. Di qui la necessità di aprirsi al dialogo con chiunque. Ne era convinto Igino Giordani, nato a Tivoli nel 1894, giornalista e scrittore, deputato, cofondatore con Chiara Lubich del Movimento dei Focolari. Di Giordani è in corso la causa di beatificazione. Contrario all’ingresso dell’Italia nella guerra del ’15-’18, nella sua attività politica si impegnò per il superamento di steccati ritenuti allora insuperabili. Della sua testimonianza parla il volume di Paolo Giorgi e Alberto Lo Presti: “Igino Giordani e la sua Tivoli” dell’editrice Città Nuova, presentato di recente a Roma. Adriana Masotti ha intervistato la sociologa, Marina Russo del Centro Igino Giordani che, insieme alla Provincia di Roma, ha promosso l’evento.RealAudioMP3

R. – Per Giordani sicuramente la fraternità è un valore che egli percepisce fin dalla sua giovinezza e che, negli anni tremendi che hanno preceduto la Grande Guerra, lo porta a battersi nelle piazze contro l’interventismo; ma lo porta anche, quando si trova a dover combattere nella grande guerra del ’15-’18, a non volere mai sparare un colpo contro gli avversari perché per lui la vita dell’uomo era sacra. Fin dall’inizio c’era in lui il vedere l’altro come un fratello, figlio del medesimo Padre, come qualcuno che bisogna accogliere, anche quando sbaglia. Questo, poi, avrà una valenza fortemente politica e profetica, potrei dire, in quegli anni ’40 dell’immediato dopo guerra quando, nella prima legislatura italiana, si ritrova in parlamento a portare avanti istanze come ad esempio quella dell’obiezione di coscienza, suscitando, chiaramente, un grande scandalo tra le fila dei ben pensanti; e quando, nei primi anni ’50, si ritrova a dialogare persino con Davide Lajolo, che era all’Unità: per Giordani, infatti, la cosa importante era trovare insieme una via di dialogo e di pace, tra l’altro in un momento storico come quello in cui si stavano già delineando i due blocchi che caratterizzeranno tutta la Guerra Fredda degli anni ’50.

D. - Igino Giordani credeva fortemente nel dialogo …

R. - Dialogare con i socialisti o con i comunisti in quegli anni ’50 era sicuramente contro corrente e sarà uno dei motivi per cui, poi, verrà in qualche modo escluso dalla vita di partito. Politicamente veniva considerato un ingenuo. Questa ingenuità condannata in politica, in realtà, è la virtù di chi pensa sempre che ci sia un’altra possibilità. Questo libro mette anche in risalto un fatto accaduto nel ’57 a Tivoli: Tivoli era commissariata perché dopo le elezioni non si riusciva a formare un governo della città, i democratici cristiani e i comunisti erano praticamente in parità e l’ago della bilancia erano in quel momento i socialisti e i socialdemocratici. Giordani viene chiamato dal segretario della democrazia cristiana di Tivoli e viene chiamato proprio per la sua capacità di mettere d’accordo le varie parti. Infatti, ci riuscirà e condurrà una mediazione estremamente complessa: erano accaduti i fatti di Ungheria e, quindi c’era, da un lato, una forte contestazione nell’ambito della sinistra comunista e socialista ma, dall’altro lato, dal punto di vista democristiano, c’era un volersi assolutamente tenere al di fuori da qualsiasi dialogo con valori che venivano percepiti come lontani e sicuramente separati. In realtà Giordani, poi, non potrà avviare questo governo della città perché il partito socialista, dalla sede centrale di Roma, vieterà agli esponenti politici di Tivoli di cooperare insieme; però il dialogo c’era stato al punto che, addirittura, gli stessi politici comunisti di Tivoli avevano proposto Giordani come sindaco, come figura che era garanzia di rispetto e di dialogo per tutte le istanze in gioco.

D. – Ciò che colpisce nel pensiero e nelle parole di Giordani è l’estrema attualità: in Italia, in mezzo a contrapposizioni violente a volte della politica; oppure nel discorso dei rapporti con le altre religioni; oppure - proprio in questo momento - la possibilità di intervenire o meno in altri Stati dove ci sono dei grandi cambiamenti …

R. – Sì, infatti è anche questo il motivo per cui stiamo cercando di diffondere e di far conoscere la sua figura che può essere sicuramente un modello per la realtà politica e sociale di oggi. E’ significativo che il libro intitolato “Igino Giordani e la sua Tivoli” si concluda con il racconto di Paolo Giorgi, uno dei due autori, dell’iniziativa che il comune di Tivoli sta portando avanti dal 2000: un premio dedicato a Igino Giordani, in cui gni anno vengano premiate personalità della cultura o della politica che si siano distinte su temi affini proprio alla buona politica, al ben vivere sociale, potremmo dire. Contemporaneamente viene organizzato un concorso nelle scuole di tutta l’area di Tivoli in maniera tale da portare ai giovani queste istanze, nella speranza che si possano riprendere effettivamente questi valori: il valore centrale del dialogo ma anche quello di sentirsi partecipi e di volere assumere in prima persona una propria responsabilità; sentire che bisogna partecipare alla vita comunitaria per una società sicuramente più giusta e più pacifica. (bf)







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