2011-03-28 13:09:07

Sempre più alto l’allarme radioattività alla centrale nucleare di Fukushima


La radioattività all'esterno del reattore n.2 di Fukushima ha registrato un ulteriore balzo, superando quota 1.000 millisievert/ora. A renderlo noto la Tepco, la società giapponese che gestisce l'impianto nucleare, che continua a fornire un balletto di cifre sul livello di radiazioni presenti nell’area. Ieri, aveva parlato di una radioattività di 10 milioni di volte superiore alla soglia di normalità; dato, questo, ridimensionato a distanza di qualche ora, fino a raggiungere la soglia di radiazioni di 100mila volte più alte del normale. Ma che effetti comportano radiazioni così alte? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al fisico Valerio Rossi Albertini, esperto di nucleare del Cnr:RealAudioMP3

R. – Effetti drammatici su tutto il personale chiamato ad intervenire per tentare di domare il reattore, che sembra stia sfuggendo al controllo. L’unica possibilità, adesso, sarebbe di intervenire con dei droni, con dei robot che svolgano funzioni che finora hanno svolto i tecnici.

D. – Un uomo fino a che livello di radiazione può sopportare?

R. – Questa informazione è statistica, quindi non si può dire quale sia esattamente la soglia tollerabile. Convenzionalmente si dice che, prima che si possano avere dei danni irreversibili, il tasso di radiazione sopportabile è di qualche sievert, l’unità di misura di cui si è parlato in questi giorni. All’interno dei reattori di Fukushima sembrerebbe che in pochi minuti di esposizione si assorba la dose di qualche sievert.

D. – Dal punto di vista territoriale qual è l’aerea maggiormente a rischio?

R. – Questi dati provengono dall’interno del reattore, quindi non c’è una correlazione diretta con la contaminazione esterna. Bisognerà vedere se il guscio di protezione effettivamente è stato lesionato e come riusciranno i tecnici, ed eventualmente i robot preposti a questo scopo, a limitare la fuoriuscita di materiale radioattivo nell’ambiente circostante.

D. – Si può fare un parallelo tra quanto sta avvenendo a Fukushima e quanto avvenne invece a Chernobyl?

R. - Allo stato attuale sembra ancora di no, perché a Chernobyl ci fu la rottura, la frattura completa di tutte le strutture di contenimento, per cui il materiale nucleare, ormai ridotto ad un magma radioattivo, venne direttamente ed interamente a contatto con l’ambiente esterno. In questo caso, invece, ancora si parla di fughe e non di esposizione completa. Certo è che la situazione è ancora in evoluzione e finché non sarà detta l’ultima parola non ci potremo pronunciare.

D. – C’è addirittura chi parla di una catastrofe che avrà delle ripercussioni sull’intero pianeta: è un po’ esagerato?

R. – Anche in questo caso, in assenza di dati certi, possiamo soltanto prefigurare degli scenari. C’è un balletto di cifre ed è difficile fare una previsione che possa essere affidabile. Certo è che la situazione non sembra ancora sotto controllo e, quindi, ci potranno ancora essere, senz’altro, evoluzioni negative. (bf)







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