Crisi di governo in Portogallo: Bruxelles esclude ricorso al fondo salva-Stati
L’Unione europea preme sugli Stati per manovre di risanamento del deficit, ben oltre
lo 0,5 per cento del Prodotto interno lordo, da mettere in campo nel 2012. Intanto,
l’attenzione resta puntata sul Portogallo. Oggi treni fermi nel Paese nell’ambito
della settimana di mobilitazione indetta dal settore-trasporti contro i tagli decisi
dal governo del dimissionario Socrates. Bruxelles esclude che Lisbona farà ricorso
al fondo salva Stati europeo. Da Lisbona il servizio è di Riccardo Carucci:
La posizione
ufficiale del Portogallo è che con l’austerità già in vigore e quella che verrà, ad
esempio, con misure come quelle che il Parlamento ha bocciato mercoledì provocando
la crisi di governo, il Paese riuscirà a ridurre il deficit al 4,6 per cento quest’anno,
al 3 l’anno prossimo e al 2 nel 2013. Oggi il presidente della Repubblica Anibal Cavaco
Silva ha ricevuto i partiti rappresentati in Parlamento e nei prossimi giorni sentirà
il Consiglio di Stato, organo consultivo che deve essere ascoltato. Poi, inevitabilmente,
accetterà le dimissioni del governo, scioglierà l’unica Camera del Parlamento portoghese
e indirà nuove elezioni. L’attuale legge elettorale impone un lasso di tempo prima
del voto di ben 55 giorni, il che significa che le elezioni potranno avvenire solo
alla fine di maggio o ai primi di giugno. Si attribuisce al presidente l’intenzione
di non ammettere un nuovo governo minoritario come l’attuale, ovviamente fragile,
il che significa che se nessuno avrà la maggioranza assoluta i partiti dovranno intendersi
per un accordo o una coalizione, superando le violente polemiche degli ultimi tempi
e le rivalità personali.