Un appello ai medici e a chi lavora in ambito sanitario a trattare sempre il malato
come “persona umana” prima di ogni altra considerazione. La richiesta del cardinale
Dionigi Tettamanzi è giunta alla celebrazione della Festa del Perdono, che è festa
del Policlinico di Milano dal 1458. Di questo ospedale, per antica tradizione, è parroco
proprio l’arcivescovo di Milano. La cerimonia è iniziata con la Messa celebrata dal
porporato, ed è proseguita con un convegno inaugurale dell’anno sanitario, cui hanno
preso parte, fra gli altri, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio; il presidente
di Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Il
cardinale Tettamanzi ha posto l’umanizzazione della sanità come obiettivo imprescindibile
non solo per gli operatori, ma anche per chi amministra la sanità. “Non ci può e non
ci deve essere industria sulla salute”, ha sottolineato l’arcivescovo, chiedendo espressamente
che i criteri guida della sanità non siano unicamente quelli economici. “È necessario
un nuovo rapporto fra medico e paziente - ha chiesto il cardinale - che evolva in
un medico che si mette a fianco della persona ammalata”, concretizzando così il principio
di umanizzazione della medicina. Un modo, questo, per confermare che il Policlinico
è veramente quella Cà Granda–Grande casa, come i milanesi chiamarono nei secoli il
loro ospedale: non semplicemente un luogo di cura, ma una vera grande casa per gli
ammalati. (Da Milano, Fabio Brenna)