Portogallo: i vescovi temono le conseguenze della crisi politica
Il presidente della Conferenza episcopale portoghese (Cep), mons. Jorge Ortiga, si
è detto “preoccupato per la mancanza di stabilità politica nel Paese”, ed ha lanciato
un appello per “una maggiore trasparenza e un chiarimento della situazione economica”.
L’arcivescovo di Braga ha parlato poche ore prima che il primo ministro, José Socrates,
presentasse le proprie dimissioni al presidente della Repubblica, Aníbal Cavaco Silva,
dopo che il Parlamento portoghese aveva di fatto bocciato le misure contenute nel
nuovo Programma di Stabilità e Crescita, il cosiddetto Pec4. Il presidente Cep - riferisce
l'agenzia Sir - ha messo in discussione il reale miglioramento dei Programmi approvati
in precedenza, dai quali “sono chiaramente emersi solo i sacrifici del popolo portoghese,
ed in particolare quelli delle persone meno abbienti”. Nei giorni scorsi, vi sono
state altre prese di posizione di singoli presuli: il vescovo di Guarda, mons. Manuel
Felício si è detto “dispiaciuto di vedere un paese inerte”, ed ha richiamato i partiti
ad abbandonare gli interessi particolari: “È necessaria una democrazia partecipativa,
un progetto comune attorno al quale tutti si possano mobilitare, in cui il grande
capitale sul quale costruire il futuro sia quello delle persone, e non quello delle
banche”. Sulla stessa linea anche mons. António Vitalino, vescovo di Beja: “Quando
non si ha fiducia in un governo è fondamentale cambiare le strategie economiche e
sociali: sono state presentate e misure dopo misure, senza chiarire le finalità degli
investimenti e senza offrire riscontro dei risultati ottenuti: i politici devono comportarsi
con meno demagogia e con più chiarezza, dimostrando che l’interesse nazionale costituisce
la loro maggiore priorità”. In vista del probabile ricorso ad elezioni anticipate,
un comunicato emesso dal Presidente della Repubblica annuncia che domani “25 marzo
saranno ricevuti i partiti rappresentati in Parlamento, rimanendo il governo nella
pienezza delle sue funzioni, fino all’accettazione della richiesta di dimissioni presentata”.
(R.P.)