Sempre alta l’emergenza immigrazione sull’isola di Lampedusa, nonostante ieri la nave
San Marco abbia trasferito circa 500 persone. Nelle ultime 24 ore altri 720 migranti
hanno raggiunto l’isola e altri barconi sono in arrivo dalla Tunisia. Le condizioni
in cui vivono gli oltre 4.300 profughi, in un territorio piccolo come quello di Lampedusa,
sono pessime soprattutto dal punto di vista sanitario. Oggi il comune ha lanciato
l’allarme sull’insufficienza dell’approvvigionamento idrico per assicurare la fornitura
agli oltre 11.000 presenti sull’isola. Il servizio del nostro inviato Massimiliano
Menichetti:
Si sentono
le grida di uomini e donne dal mare e l’eco dalle colline di Lampedusa dove sono arroccati
decine di immigranti. Paura e poi gioia, perché l’approdo si chiama Italia. E’ la
prima scena di uno sbarco, uno dei tanti di notte, su un’isola che continua a registrare
arrivi. Circa 500 i magrebini trasferiti a Mineo, in Sicilia, con la nave San Marco
ieri, altri 300 sono giunti in Calabria e Puglia grazie ai ponti aerei. In 24 ore,
oltre 800 persone sono tornate a riequilibrare i conti. Sempre oltre 5000 mila i tunisini
quindi sull’isola che arrivano con barche di legno gremite, gente affamata e stremata
che torna qui, se possibile in condizioni ancora peggiori. Il Comune denuncia la carenza
di acqua perché l’approvvigionamento straordinario non ha avuto la copertura economica
dal Ministero della Difesa. Ad oggi, i patti non sono coordinati, le condizioni igieniche
nella Perla del Mediterraneo precipitano di ora in ora, quelle sanitarie sono preoccupanti,
soprattutto per freddo e malnutrizione. Smentita l’allerta epidemia. Dopo oltre 20
giorni dai primi massicci sbarchi, ancora non ci sono posti letto, o tende o altro.
Proliferano tendopoli fatte di cartoni e cellophan, si dorme nelle carcasse delle
navi o avvolti in una coperta sotto il cielo. Drammatica è la condizione dei bambini
oltre 280 che vivono secondo Save the Children in maniera inaccettabile, da oggi i
piccoli sono smistati anche in parrocchia. La popolazione che non smette di aiutare
parla di interventi inconsistenti da parte dello Stato per decongestionare l’isola.
Si chiede dignità per i migranti e salvaguardia per la principale risorsa: il turismo.
E
per conoscere la condizioni sanitarie sull’isola Massimiliano Menichetti ha
raccolto la testimonianza di Tommaso Della Longa, portavoce della Croce rossa
italiana presente a Lampedusa per affrontare l’emergenza:
R. – La situazione
adesso sull’isola rimane dura. I flussi di migranti non accennano a smettere. Già
domenica scorsa, in occasione della visita del nostro commissario straordinario, avevamo
detto che bisognava dare una risposta alle centinaia di migranti che arrivano sull’isola,
che vedono in Lampedusa il primo approdo sicuro. Disogna assolutamente dare un’accoglienza
dignitosa a queste persone. Si deve anche dare un segnale forte ai lampedusani, a
questa comunità che è stremata dai continui arrivi. Una risposta consiste nella continuità
dei ponti aerei, dei ponti navali, insieme alla certezza che Lampedusa rimanga solamente
un primo approdo, una porta, non un luogo dove i migranti rimangono. Questa è quello
che ci preoccupa di più, vista la situazione alla stazione marittima.
D.
– C’è un continuo ricambio, persone che vanno via, altre che arrivano … Qual è la
condizione sanitaria?
R. – Fortunatamente, a tutt’oggi la condizione
sanitaria è buona, e questo perché i ragazzi che vengono dalla Tunisia sono mediamente
tutti giovani e quindi hanno una condizione sanitaria buona, sono “forti”. Certo è
che far dormire le persone senza un riparo, e vivere poi senza acqua corrente, senza
servizi sanitari, senza pulizia, è assolutamente inaccettabile.
D. -
La popolazione ha paura di epidemie. C’è questo rischio?
R. – Al momento,
no. Sono stati creati inutili allarmismi e questo è da sottolineare. Quindi al momento
non c'è questo rischio, ma la situazione va continuamente monitorata. (bf)